Bnp Paribas IP: Le banche centrali tentano di calmare il nervosismo dei mercati

NON ASPETTATEVI UN AUMENTO DEI TASSI A BREVE NEI PROSSIMI ANNI – Dopo lo scivolone di qualche settimana fa, gli indici azionari e obbligazionari stanno recuperando grazie alle dichiarazioni rilasciate dai banchieri centrali per rasserenare il clima di mercato. Il presidente della Federal Reserve, ricorda Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas Investment Partners, ha reagito alle aspettative di un aumento dei tassi a breve dichiarando che la politica monetaria resterà “altamente accomodante”, mentre la Bce si è impegnata a mantenere bassi i tassi d’interesse. In sintesi, il messaggio lanciato ai mercati è il seguente: non aspettatevi un aumento dei tassi a breve nei prossimi anni. Per quanto riguarda l’allocazione degli attivi, spiega l’esperta, “abbiamo deciso di mantenere una posizione sovrappesata in termini di duration dei titoli obbligazionari e di non modificare la posizione corta in euro e il sovrappeso nel segmento azionario dei paesi emergenti”.

LA MORTE DEI BOND? –
L’impennata dei rendimenti dei Treasury Usa decennali di circa 100 punti base, ha spinto inoltre alcuni analisti a prevedere “la morte dei bond”: quanto a Bnp Paribas IP, Tardino precisa che il gruppo “dissente rispettosamente da questa analisi”, tanto che a fine giugno “abbiamo assunto una posizione sovrappesata in termini di duration. Preferiamo assumerci dei rischi di duration in Europa, dove l’economia è debole e le prospettive per inflazione e tassi d’interesse sono molto modeste. Inoltre, tenendo conto del differenziale di crescita economica con gli Usa, prevediamo che vi sarà una pressione costante sull’euro”.

LA DISOCCUPAZIONE IN EUROPA
– “In Europa, la disoccupazione sta ancora salendo, avvicinandosi a livelli senza precedenti negli ultimi 40 anni. Pertanto è perfettamente ragionevole prevedere che i tassi d’interesse a breve resteranno vicino allo zero anche nella seconda metà di questo decennio. In questo contesto, persino dei rendimenti obbligazionari relativamente bassi paiono allettanti”.

LE AZIONI EMERGENTI –
“Quest’anno le azioni emergenti hanno registrato performance notevolmente inferiori a quelle dei paesi avanzati (di circa il 20% a fine giugno). Questo differenziale ci pare eccessivo e pertanto abbiamo assunto una posizione sovrappesata in questo segmento in base ai seguenti fattori: multipli di mercato, profitti societari e politiche monetarie. In particolare, per quanto riguarda le politiche monetarie, ci hanno rassicurato le ultime dichiarazioni delle autorità cinesi che hanno deciso di porre un limite al rallentamento della crescita”.

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