Assogestioni, cinque punti da non sottovalutare nella direttiva Aifmd

LE NORME DI ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA – Assogestioni accoglie con soddisfazione il documento di consultazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze relativo alle norme per l’attuazione della direttiva Aifmd sui gestori di fondi di investimento alternativi (qui la notizia), che tiene conto di diverse proposte avanzate dall’Associazione presieduta da Domenico Siniscalco.

CINQUE PUNTI DA NON SOTTOVALUTARE Assogestioni richiama però l’attenzione su cinque punti da non sottovalutare per rendere ancora più efficace il recepimento della direttiva, che rappresenta “un momento significativo per la competitività dell’industria nazionale del risparmio gestito”: i Fia italiani riservati; i Fia italiani commercializzati a investitori al dettaglio; la commercializzazione di Fia nei confronti di investitori professionali e di investitori al dettaglio; le disposizioni transitorie e le disposizioni di attuazione.

FIA ITALIANI RISERVATI – Per quanto riguarda i Fia italiani riservati Assogestioni suggerisce di valutare con attenzione la definizione che sarà data di questi prodotti, soprattutto per evitare che nel recepimento della direttiva vengano esclusi dalla partecipazione a tali strumenti categorie di investitori che, invece, in base alla disciplina vigente possono partecipare a Oicr riservati o a Oicr speculativi. La definizione attualmente proposta, infatti, da un lato risulta più restrittiva rispetto a quella di investitori qualificati contenuta nell’articolo 1, comma 1, lettera h), del D.M. n. 228/99 e, dall’altro lato, non contempla gli investitori che possono accedere a un fondo speculativo sottoscrivendo l’ammontare minimo previsto dall’articolo 16 del citato D. M.

FIA ITALIANI COMMERCIALIZZATI A INVESTITORI AL DETTAGLIO – Altro tema caldo riguarda i Fia italiani commercializzati a investitori al dettaglio. Secondo la task force Aifmd di Assogestioni andrebbe evitata la previsione di requisiti volti ad individuare, per esempio, un ammontare minimo di sottoscrizione: la finalità di assicurare la tutela degli investitori al dettaglio verrebbe infatti già perseguita attraverso norme volte a limitare le possibilità di investimento del patrimonio gestito. Su questo punto Assogestioni ribadisce, peraltro, l’esigenza di creare una netta demarcazione tra Oivcm e Oicr alternativi retail, attraverso il riconoscimento di una maggiore flessibilità nell’attività d’investimento degli Oicr alternativi retail.

COMMERCIALIZZAZIONE DI FIA A INVESTITORI PROFESSIONALI E AL DETTAGLIO – Sul fronte invece della commercializzazione di Fia nei confronti di investitori professionali e di investitori al dettaglio, il gruppo di lavoro di Assogestioni osserva che la procedura prevista nel testo in consultazione risulta particolarmente gravosa per l’industria del risparmio gestito, anche alla luce degli adempimenti richiesti alle sgr nel quadro regolamentare in vigore. In questo contesto, potrebbe sembrare ragionevole un recepimento della direttiva che tenga conto della normativa nazionale vigente in modo da evitare, per quanto possibile, ulteriori oneri procedurali per le sgr con i conseguenti rallentamenti nell’operatività delle stesse.

DISPOSIZIONI TRANSITORIE – Gli ultimi due punti su cui Assogestioni invita a un’ulteriore riflessione riguardano le disposizioni transitorie e quelle di attuazione. Con riferimento al regime transitorio, relativamente agli Oicr italiani riservati e speculativi, è necessario consentire non solo che i fondi della specie considerata siano Fia italiani riservati, ma anche, e soprattutto, che fino alla data di entrata in vigore dei nuovi provvedimenti di attuazione del Tuf, a tale tipologia di Oicr continuino ad applicarsi almeno i requisiti di partecipazione definiti ai sensi degli articoli 1, comma 1, lettere d-ter e h) e 16, comma 3, del già citato D.M n. 228/99.

DISPOSIZIONI DI ATTUAZIONE – Nelle disposizioni di attuazione che verranno definite dal Mef e dalle Autorità di vigilanza, è utile infine tenere in considerazione: il riconoscimento di una maggiore flessibilità nell’attività d’investimento degli Oicr riconducibili alla tipologia degli alternativi retail, eliminando alcune delle limitazioni attualmente esistenti; l’eliminazione delle limitazioni esistenti all’investimento degli Oicrriconducibili alla tipologia dei Fia italiani riservati come, ad esempio, quelle in tema di conflitti d’interessi; la salvaguardia del principio previsto dalla disciplina vigente che consente di conferire deleghe di gestione concernenti anche la “totalità” del patrimonio degli Oicr gestiti. Tenuto conto della rilevanza del tema per l’industria, l’Associazione si riserva di inviare alcune considerazioni specifiche.

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