Bnp paribas IP: l’Europa sta uscendo dalla crisi

NESSUNA TENDENZA CHIARA – Rispetto a fine luglio, gli indici azionari sono rimasti sostanzialmente stabili. Tale andamento potrebbe dipendere solo dalla pausa estiva, ma vi sono anche fattori contrastanti che condizionano i mercati. Inoltre, scrive Joost van Leenders, esperto di strategie e allocazione degli investimenti di Bnp Paribas IP, i listini del Giappone (ponderazione neutra in portafoglio) hanno incontrato delle difficoltà dopo la lunga fase di rialzo novembre-maggio.

LE AZIONI EMERGENTI – In maggio e giugno, le azioni dei paesi emergenti (in sovrappeso) hanno subito una nuova ondata di vendite (la seconda di quest’anno) riconducibile ai dati deludenti in arrivo da Pechino e ai timori di una brusca frenata dell’economia cinese. Anche le altre economie emergenti hanno decelerato, ma riteniamo che il rallentamento sia già stato scontato dai mercati. Nel complesso le valutazioni sono divenute più interessanti soprattutto rispetto alle azioni dei paesi avanzati.

AZIONI USA SOPRAVVALUTATE – Dopo essersi arrampicate sino ai massimi storici, le azioni Usa (in sottopeso rispetto ai titoli europei) sono rimaste stabili. A nostro avviso le azioni Usa sono sopravvalutate: il miglioramento della crescita nel secondo semestre è stato già integrato nelle quotazioni, mentre preoccupano in prospettiva il ridimensionamento dell’acquisto di attivi da parte della Federal Reserve nell’ambito del QE3 e i problemi fiscali (il tetto del debito e la prossima legge di bilancio).

SETTORE IMMOBILIARE AMERICANO – Negli Usa, la posizione sovrappesata nel segmento immobiliare rispetto alle azioni è stata accentuata poiché prevediamo un miglioramento della domanda di locali da parte delle società, mentre il tasso di uffici e negozi inoccupati è favorevole e la nuova offerta è limitata. Tuttavia, i dividendi immobiliari hanno registrato una notevole flessione, soprattutto rispetto ai rendimenti delle obbligazioni societarie. Nel contesto attuale – caratterizzato dalla caccia a remunerazioni elevate – ciò rende questa tipologia di attivo meno interessante, anche rispetto alle azioni.

EUROPA FUORI DALLA RECESSIONE – Nel secondo semestre, l’area dell’euro è emersa dalla recessione, malgrado una ulteriore contrazione dell’economia in Italia, Spagna e Paesi Bassi (benché più contenuta). La competitività internazionale dell’area dell’euro in termini di costi è migliorata in gran parte dei paesi periferici e la crescita complessiva si sta stabilizzando o è in miglioramento: l’indice Zew – un indicatore prospettico dell’economia dell’eurozona – ha toccato il massimo dal gennaio del 2010.

PRO BLEMI IRRISOLTI – Tuttavia, i problemi dell’area dell’euro non sono del tutto risolti: la Grecia sta incontrando delle difficoltà per rispettare gli obiettivi del programma di risanamento e anche i progressi del Portogallo sono più lenti. Il Fondo monetario internazionale si è espresso a favore di una nuova ristrutturazione del debito della Grecia, ma è poco probabile che ciò sia possibile prima delle elezioni tedesche di settembre. Si tratta, infatti, di un tema spinoso sul piano politico dato che imporrebbe delle perdite agli altri membri dell’eurozona, mentre l’impatto sui mercati finanziari dovrebbe essere contenuto poiché il problema è noto da tempo.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!