Bnp Paribas IP: una possibile riduzione del QE fa aumentare il nervosismo sui mercati

MEGLIO AZIONI UE ED EMERGENTI – Negli ultimi tempi, i mercati azionari hanno incontrato delle difficoltà. Tale andamento trova origine nei timori di un rallentamento degli acquisti di attività finanziarie da parte della Federal Reserve – noto anche come “tapering” – ma è legato anche ai dati deludenti relativi all’economia Usa ed a valutazioni leggermente elevate. Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas IP, preferisce puntare sulle azioni europee e dei mercati emergenti. “In queste aree, infatti, il ciclo economico e i profitti societari paiono vicini al punto di svolta, e i titoli presentano multipli più interessanti. Le quotazioni sono relativamente elevate negli Stati Uniti, dove a nostro avviso vi sono i margini più ampi per un’eventuale flessione provocata dall’andamento del ciclo economico o degli utili societari”.

OBBLIGAZIONARIO – “Per quanto riguarda le obbligazioni, abbiamo mantenuto invariata la duration lunga nel segmento dei Bund tedeschi. In base ad un’analisi dei fondamentali dell’economia, come la situazione di bilancio e le stime in materia di crescita e inflazione, riteniamo che i rendimenti siano troppo elevati e la deviazione rispetto al valore equo abbia raggiunto livelli estremi. Per quanto riguarda gli Usa, stimiamo che un’ulteriore inclinazione della curva dei rendimenti potrebbe verificarsi solo in caso di un rafforzamento della crescita, che al momento pare poco probabile”.

AZIONI IN RIBASSO ED EFFETTO TAPERING – “Le dichiarazioni relative al ridimensionamento del QE hanno tenuto gli investitori sulle spine. Tutti i dati relativi all’economia e i commenti dei funzionari della Federal Reserve sono stati analizzati ed è opinione prevalente che la banca centrale annuncerà il “tapering” a settembre e che inizierà subito dopo a ridurre gli acquisti di attivi. A prescindere dalla data, è ormai certo che la terza tornata di allentamento quantitativo verrà conclusa. Il QE3 ha offerto un forte sostegno ai mercati. Ma ora il traino offerto dal QE dovrebbe indebolirsi, ma l’entità della frenata sarà nota solo quando la “rimodulazione” inizierà”.

GLI ALTRI FATTORI
– “A nostro avviso, vi sono altri fattori cui ricondurre il recente ribasso dei listini azionari e in particolare la crescita fiacca degli utili negli Usa, che negli ultimi tempi è stata favorita solo dall’ottima performance delle società finanziarie. In prospettiva l’economia Usa dovrebbe migliorare nel secondo semestre, ma con un’espansione del Pil ancora modesta, inflazione bassa e margini che si collocano già ai massimi storici la crescita degli utili potrebbe rivelarsi mediocre”.

VALUTE EMERGENTI SOTTO PRESSIONE – “Quest’anno le valute emergenti si sono deprezzate rispetto al dollaro ed all’euro, e gli indebolimenti più netti si sono registrati nei paesi che registrano deficit di parte corrente come Turchia, India, Indonesia e Brasile. La flessione della rupia indiana ha accelerato dopo che il governo ha imposto dei controlli sui movimenti di capitale. Il Brasile e l’India devono fare i conti con un’inflazione relativamente elevata ed una crescita modesta. La Corea Del Sud deve invece affrontare la concorrenza del Giappone – favorita dall’indebolimento dello yen – e gli effetti sulle esportazioni di un rallentamento della crescita in Cina. I nostri esperti ritengono che molte divise emergenti siano notevolmente sottovalutate e – alla luce delle quotazioni attuali – deteniamo una posizione sovrappesata nelle azioni (e monete) delle aree in via di sviluppo. Inoltre, a nostro avviso eventuali paragoni con la crisi asiatica del 1997 sono inappropriati, poiché adesso vari paesi hanno accumulato ingenti riserve valutarie e l’indebitamento in moneta locale è aumentato”.

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