Risparmio tradito, un punto a favore degli obbligazionisti in Argentina

UN PUNTO A FAVORE DEGLI OBBLIGAZIONISTI – Un giudice federale statunitense ha ordinato all’Argentina di pagare 1,33 miliardi di dollari ai possessori di bond del Paese che rifiutarono di aderire alle due ristrutturazioni del debito seguite al default da 100 miliardi di dollari di oltre dieci anni fa. Lo riferisce l’agenzia di stampa Reuters. La Us Circuit Court of Appeals di New York, però, ha rinviato l’applicazione della sentenza, in attesa che la Corte Suprema degli Stati Uniti si esprima su un altro appello. Secondo quanto riporta la Reuters, la sentenza rappresenta comunque un successo per quel gruppo di investitori – guidato da Nml Capital, una divisione dell’hedge fund Elliott Management di Paul Singer, e da Aurelius Capital Management – che decise di non aderire all’offerta di Buenos Aires.

LE CONSEGUENZE PER I RISPARMIATORI ITALIANI
– Circa il 93% dei bond emessi da Buenos Aires è stato ristrutturato, con i creditori che hanno ottenuto tra i 25 e i 29 centesimi per ogni dollaro. Non sembra che la sentenza del giudice americano sia destinata ad avere conseguenze dirette per i bondholder italiani che non hanno aderito alla ristrutturazione. Nell’ultima nota dell’associazione Task Force Argentina (Tfa), datata 31 maggio, si dice infatti che “la decisione del Tribunale di New York e i suoi potenziali effetti lasciano inalterati i diritti degli obbligazionisti ricorrenti al Tribunale arbitrale Icsid (International centre for settlement of investment disputes, n.d.r.)”, che vede coinvolti gli obbligazionisti italiani rappresentati dalla Tfa. Nella nota si legge che l’udienza finale del Tribunale Icsid è prevista a novembre.

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