Ignis AM: Regno Unito e Usa fanno bene al nostro AR Government Bond

CONTESTO ECONOMICO – Nelle ultime settimane, i dati economici statunitensi e britannici hanno continuato a evidenziare una certa forza. In particolare, nel Regno Unito l’indice composto Pmi (che è l’indice dei direttori agli acquisti) ha toccato i massimi da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1988. Le preoccupazioni per il Giappone, la Cina e l’Europa si sono anch’esse attenuate a fronte di un periodo di dati positivi. Il miglioramento delle prospettive di crescita globale ha determinato un rialzo dei rendimenti obbligazionari, inducendo il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke e il nuovo governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney a formulare dichiarazioni aggressive. Alla luce di ciò, le stime di inflazione sono rimaste saldamente ancorate.

GRAN BRETAGNA BRILLANTE – In questo periodo, il comparto Absolute Return Government Bond di Ignis AM, che gestisce un patrimonio di 1,6 miliardi di euro, ha registrato una performance che il gestore in una nota non esita a definire “eccellente”, mettendo a segno “un rialzo del 2,3% ad agosto e salendo così del 6,2% su base annua”. Oltre alla posizione sui tassi, la performance del comparto ha beneficiato anche della posizione long sterline/short euro, soprattutto grazie ai dati estremamente brillanti provenienti dalla Gran Bretagna. “Non c’è alcuna variazione nelle nostre stime: nei prossimi mesi i dati continueranno a essere robusti”, ha dichiarato Russ Oxley, gestore di Ignis Absolute Return Government Bond.

LE PROSPETTIVE – “Le banche centrali del Regno Unito e degli Stati Uniti hanno entrambe formulato previsioni legando i tassi base ai tassi di disoccupazione. Riteniamo che gli ottimi dati contribuiranno a far calare i tassi di disoccupazione in modo più rapido del previsto e le stime dei tassi e i rendimenti obbligazionari continueranno pertanto a salire. Continuiamo ad attenderci un rafforzamento di dollaro statunitense e sterlina in considerazione delle prospettive di crescita relativa, mentre manteniamo una posizione short sull’euro in previsione di una perdurante crescita deludente in Europa e come copertura da ulteriori incertezze nell’eurozona. Riteniamo che la diminuzione degli stimoli globali, a fronte della riduzione graduale del programma di allentamento quantitativo da parte della Fed, creerà un periodo difficile per le altre economie globali, caratterizzato da aumenti dei tassi d’interesse reali globali. L’Europa potrebbe affrontare una nuova crisi e le eventuali risposte a livello politico potrebbero essere contenute nel breve termine, in previsione delle elezioni tedesche”.

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