Chriss Iggo (Axa IM): il 2013 sarà un anno di rendimenti negativi

LE ULTIME SETTIMANE – Molto probabilmente sarà un anno di rendimenti negativi per molti segmenti del mercato obbligazionario. La motivazione? Il rialzo dei tassi, che dipende dal fatto che l’economia globale apparentemente si è rafforzata, pertanto le banche centrali stanno valutando di interrompere lo stimolo monetario straordinario introdotto dopo la crisi. Lo scrive Chriss Iggo, cio fixed income di Axa IM. “È stata un’ottima estate e il sole continua a splendere a settembre”, scrivo Iggo. “I dati economici sono positivi e le imprese si dedicano attivamente a fusioni e acquisizioni, a partire dalle imprese americane che abbondano di liquidità. I timori di un’insolvenza da parte di uno Stato europeo appaiono molto distanti. In questi giorni si parla poco di stretta fiscale, di salvataggi finanziari o del piano Omt. Certamente non mancano le preoccupazioni per la situazione politica in Medio Oriente e per il possibile aumento dei prezzi del petrolio su scala globale, ma il sentiment sottostante dipende più che altro dal miglioramento degli indici Pmi, dai progressi del mercato immobiliare e dall’aumento della fiducia dei consumatori. La crescita resta ben al di sotto dei livelli di prima della crisi, ma il ciclo economico negli ultimi mesi è in ripresa. Il miglioramento delle prospettive macroeconomiche è la ragione chiave dell’aumento dei rendimenti obbligazionari globali in corso”.

LE PROSPETTIVE
– “I rendimenti obbligazionari nel 2013 saranno i peggiori degli ultimi tempi. I mercati dei titoli di Stato core molto probabilmente produrranno un rendimento complessivo negativo, seguiti da vicino dai mercati del credito investment grade. I rendimenti del segmento high yield saranno positivi ma assai inferiori a quelli degli anni precedenti. I mercati obbligazionari dei Paesi emergenti hanno risentito molto dell’abbondante deflusso di capitali che ha indebolito obbligazioni e valute. Per quanto non mi è ancora chiaro se tutto ciò si possa definire una ‘grande rotazione’, è evidente che nel 2013 i mercati azionari hanno fatto molto meglio di quelli obbligazionari. Il fattore trainante di questo processo è stato il nuovo orientamento monetario della Federal Reserve. Dallo scorso settembre la Federal Reserve ha continuato a immettere liquidità nei mercati finanziari attraverso l’acquisto di titoli del Tesoro e titoli Mbs garantiti da ipoteca e ha dichiarato che i tassi di interesse resteranno su questi livelli finché la disoccupazione non scenderà al di sotto del 6,5%. Tuttavia, all’inizio dell’estate la Federal Reserve ha cominciato a spiegare che l’economia non ha più bisogno dello stesso livello di stimolo monetario mantenuto nell’ultimo anno. Inizierà a ridurre gli acquisti di titoli, rallentando quindi la crescita dei propri attivi”, sottolinea Iggo.

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