Bnp Paribas IP: La Fed ridurrà il QE nonostante la debolezza del mercato del lavoro Usa

LA FED – Una settimana densa di pubblicazioni di dati non ha portato agli investitori molta chiarezza sul probabile esito della riunione di politica monetaria della Federal Reserve, prevista per la settimana prossima, osserva Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas IP: nel corso di questa riunione, la banca centrale Usa potrebbe decidere quando iniziare a ridurre il programma di acquisto di attivi a sostegno della crescita.

LA BCE – La Bce da parte sua ha deluso le attese, lasciando invariata la politica monetaria dell’area dell’euro. Di conseguenza, i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi sono saliti oltre il 2%, inducendoci a chiudere la posizione di duration lunga con una perdita. Continuiamo a ritenere che questi rendimenti siano più elevati di quanto sia giustificato da alcuni parametri fondamentali, come le prospettive di inflazione, la politica monetaria e i bilanci pubblici. Tuttavia, il miglioramento delle prospettive economiche e la minore necessità di investimenti rifugio dopo la stabilizzazione delle economie periferiche dell’eurozona hanno esercitato delle pressioni al rialzo sui rendimenti. I nostri esperti avevano ritenuto che la Bce sarebbe intervenuta in modo più netto per evitare che i rendimenti salissero ancora.

MERCATI AZIONARI USA – Negli Stati Uniti, i mercati azionari hanno registrato qualche incertezza dopo la pubblicazione di dati sull’occupazione peggiori del previsto, ma hanno imboccato la via del rialzo dopo l’arrivo dalla Cina di cifre economiche superiori alle attese. Gli indici azionari Usa potrebbero tornare ad avvicinarsi al massimo storico registrato a inizio agosto. D’altro canto però, vi sono delle incertezze riconducibili ad un eventuale intervento in Siria, al rialzo dei rendimenti obbligazionari Usa, a possibili contrasti tra i partiti sull’innalzamento del tetto del debito e sui tagli automatici alla spesa pubblica, mentre i multipli delle azioni sono relativamente elevati.

EUROPA E MERCATI EMERGENTI – Deteniamo una posizione sottopesata nelle azioni Usa, ma a livello globale la ponderazione resta neutra nel comparto azionario: infatti, le prospettive di crescita sono migliorate e riteniamo ancora che la politica monetaria e l’abbondante liquidità disponibile a livello mondiale siano favorevoli a questo attivo. Le posizioni sovrappesate in Europa e nei mercati emergenti sono riconducibili soprattutto alle valutazioni interessanti. Per quanto riguarda l’Europa siamo diventati più ottimisti in merito alle prospettive di crescita, mentre nei mercati emergenti l’espansione economica sta oscillando intorno al 4,5%, il divario di crescita con i paesi avanzati è vicino alla media di lungo periodo e le stime relative agli utili societari sono in miglioramento. Dall’inizio di settembre, i mercati azionari emergenti hanno registrato performance superiori a quelle dei paesi avanzati.

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