Ai gestori di Jp Morgan AM piace il Vecchio Continente

PARLANO GLI ESPERTI – Nel corso dell’annuale incontro con la stampa internazionale che Jp Morgan AM (nella foto, la sede di Londra a Canary Wharf) organizza con la stampa internazionale sono emerse diverse prospettive interessanti. Prima di tutto, hanno sottlineato durante il loro dibatito Massimo Greco, Head of Continental Europe Funds, Mike O’Brien, Global Head of Institutional Business e Jean-Francois Hautemulle, Head of Product Strategy Emea, bisogna tornare a puntare sull’Europa. 

C’È VALORE IN EUROPA – “Le opportunità ci sono”, spiegano da Jp Morgan AM. “Se guardiamo al 2009 le azioni europee erano molto a buon mercato, dopo ci sono state acute crisi e poi abbiamo visto di nuovo grandi performance, +150% tra il 2009 e il 2013. Guardiamo ai fondamentali delle aziende che sono molto buoni. Soprattutto se si pensa alla direzione della politica europea, pensiamo che non sia più in corso il dibattito sul fatto che l’euro stia ancora in piedi o meno. Irlanda sta reagendo molto bene e ci interessa molto. Le azioni europee sono interessanti e poco care. Hanno un grande upside. 15% il ritorno annualizzato per i prossimi cinque anni secondo SocGen”, spiegano. “Anche gli americani stanno mettendo i flussi nei fondi europei. Anche gli asiatici e i sudamericani e stanno diventando positivi prima degli europei. Le compagnie europee hanno liquidità per un trilione di euro nei loro bilanci. La disoccupazione non può essere un indicatore nell’equity. Abbiamo molti campioni globali in europa, Total, Sanofi, Lvmh, Danone, Exxon Mobil, Johnson&Johnson, Tiffany, Coca Cola. La sfida in Europa è la condizione del credito. Ci sarà un’altra Ltro in Europa forse già alla fine dell’anno. C’è molto valore in europa ma bisogna essere selettivi. I periferici hanno dovuto ridurre il deficit come percentuale del Pil ma sul lato del manufacturing stanno migliorando. La grecia ha ridotto del 6,2%. Sui prossimi tre anni abbiamo molta meno austerità di quella che abbiamo avuto finora. Sul futuro sarà del 4%. L’Italia ha ridotto solo dell’1,8% e ridurrà dello 0,8%”.

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