Bnp Paribas IP: meglio puntare sull’azionario dei Paesi avanzati

MEGLIO I PAESI AVANZATI – Negli ultimi tempi le attese degli investitori relative alla crescita economica ed alla politica monetaria hanno registrato brusche oscillazioni. Un buon esempio l’abbiamo avuto giovedì scorso quando i mercati azionari hanno prima accolto con favore l’inatteso taglio dei tassi della ce, ma poi hanno improvvisamente ceduto al timore di un imminente inizio della riduzione del QE della Federal Reserve dopo la diffusione di dati migliori del previsto. Detto questo, gli indici azionari dei Paesi avanzati stanno reagendo meglio a questa ondata di incertezza, rispetto al mercato azionario e obbligazionario dei mercati emergenti.

TAGLIO A SORPRESA – Gli analisti si stanno interrogando sugli effetti del taglio dei tassi deciso dalla Bce. Le conseguenze più rilevanti saranno probabilmente per l’euro, che era salito ai massimi dall’ottobre del 2011, prima di registrare una netta flessione sulla scia delle attese di un taglio dei tassi dopo l’arrivo di dati fiacchi sull’inflazione. Un deprezzamento della moneta unica avrebbe effetti positivi per la ripresa nell’area dell’euro e, quando la Federal Reserve ridimensionerà l’allentamento quantitativo, la valuta europea potrebbe scendere ancora. Il taglio deciso dalla Bce ha portato i tassi di riferimento più in linea con i tassi d’interesse praticati sul mercato, e dunque l’impatto sul credito dovrebbe essere limitato. Dopo la decisione della Bce di estendere le immissioni trimestrali di liquidità per importi illimitati fino al luglio 2015 (con un tasso d’interesse analogo a quello delle operazioni di rifinanziamento), molto probabilmente i tassi del mercato monetario si collocheranno tra quota zero e lo 0,25% per i prossimi due anni.

MIGLIORANO I DATI USA – Nel terzo trimestre il Pil è cresciuto del 2,8% su base annua, con un risultato superiore alle stime modeste diffuse dopo il recente shutdown (ovvero il blocco del finanziamento delle attività statali considerate non essenziali). In generali anche gli altri indicatori macroeconomici hanno fatto segnare dati positivi. Nel complesso, i mercati non hanno considerato questi dati positivamente. Il timore che la Federal Reserve avvii la riduzione QE prima del previsto (forse già all’inizio di dicembre), potrebbe tormentare i mercati per un po’, malgrado la politica monetaria estremamente espansiva e i tassi di sconto ai minimi storici siano ancora positivi per le azioni. Pertanto non abbiamo modificato la ponderazione neutra per quanto riguarda la classe di attivo azionaria.

RIFORMA IN CINA – Gli ultimi dati hanno mostrato un maggiore equilibrio dell’economia cinese. Gli aggregati del credito hanno registrato una notevole frenata, facendo diminuire i timori di una bolla speculativa. Inoltre, la seduta plenaria del Comitato centrale del Partito comunista ha comunicato che in futuro le forze di mercato svolgeranno un ruolo più importante nell’economia. Ciò lascia intendere che i tassi d’interesse, i prezzi dei terreni, dell’acqua e dell’energia potrebbero essere determinati in misura maggiore dai movimenti del mercato, anche se al contempo la proprietà pubblica resta una parte importante dell’economia socialista. Non è stato fatto cenno alla riforma dell’attuale sistema di registrazione del nucleo familiare (Hukou, che limita la possibilità dei lavoratori cinesi di trasferirsi liberamente all’interno del Paese), abolendo le restrizioni nell’accesso alla pubblica istruzione ed altri servizi pubblici. Questo sistema ostacola il flusso della forza lavoro verso le aree che ne hanno maggiore necessità e potrebbe determinare un peggioramento dell’istruzione della popolazione. I mercati non sono stati impressionati dalle dichiarazioni delle autorità che invocano la stabilità dell’economia, benché una crescita stabile, anche a ritmo più lento rispetto al passato, possa non essere disprezzabile.

ESPOSIZIONE RIDOTTA SU OBBLIGAZIONARI EMERGENTI –
Detto questo, bisogna aggiungere che il debito dei Paesi emergenti è stato penalizzato dalle prospettive di un ridimensionamento del QE da parte della Federal Reserve. I nostri analisti sono convinti della solidità dei fondamentali di numerosi emittenti, ma abbiamo comunque ridotto il sovrappeso in questo segmento del mercato.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!