LA PAROLE DI SINISCALCO – La recente ripresa della raccolta dei fondi di investimento è un chiaro segnale di un ritorno di fiducia da parte degli investitori. Lo ha detto Domenico Siniscalco, ex presidente di Assogestioni, in un’intervista rilasciata al Financial Times prima di dimettersi dalla guida dell’associazione a causa di un possibile conflitto di interessi con il suo ruolo di presidente di Morgan Stanley Italia (qui la notizia). Siniscalco, scrive FT, non ha rilasciato commenti dopo le sue dimissioni, per cui l’intervista al quotidiano consiste in realtà in una sua visione sul settore del risparmio.
LE RAGIONI DELLA RIPRESA – “Gli investitori retail che vogliono investire tramite i fondi non hanno molta scelta”, ha osservato l’ex presidente di Assogestioni parlando della ripresa del settore. “In Italia infatti, il fai-da-te è molto complesso”. Non solo: secondo Siniscalco il mercato sta recuperando terreno anche grazie al cambiamento del modo in cui le banche italiane si relazionano con le loro unità di gestione del risparmio. “Le banche hanno finalmente smesso di mettersi in competizione con le loro divisioni di asset management. Fino a poco tempo fa cercavano di attrarre gli investitori dai fondi ai conti deposito”, ha spiegato Siniscalco.
UN CAMBIAMENTO SIGNIFICATIVO – Ora però il calo dei margini di interesse sui depositi ha spinto gli istituti di credito a interessarsi di più alle loro divisioni di asset management. E dato che in Italia la maggior parte delle società di gestione del risparmio fa parte di un gruppo bancario, questo cambiamento di strategia ha avuto un impatto immediato sugli investitori e sul settore. Quanto alla tipologia di fondi che attrarranno maggiormente gli investitori, Siniscalco ha indicato i minibond, pensati per aiutare le pmi a finanziarsi in un momento in cui le banche sono sempre meno propense a prestare soldi alle imprese. Se si muovesse davvero verso questi strumenti, osserva Siniscalco, l’industria del risparmio gestito potrebbe rendersi un settore utile per il Paese.