Bnp Paribas IP: sovrappesare il comparto azionario

LA RIDUZIONE DEGLI STIMOLI NON CORRISPONDE A UN INASPRIMENTO MONETARIO – I mercati hanno tenuto abbastanza bene nonostante il ridimensionamento degli acquisti di attivi da parte della Federal Reserve Usa, osserva Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas Investment Partners: gli indici azionari dei Paesi avanzati hanno guadagnato il 3,4% dopo l’annuncio del mese scorso, mentre nei Paesi emergenti le azioni hanno perso il 2,2%. I rendimenti obbligazionari decennali USA sono saliti di 9 punti base e quelli tedeschi di 6 punti. La tendenza positiva degli ultimi dati macroeconomici pubblicati – in particolare negli USA – ha sorretto l’ottimismo degli investitori, mentre i mercati adesso paiono credere alle indicazioni in tema di tassi d’interesse ed alle rassicurazioni ribadite banca centrale USA, ovvero: la riduzione degli stimoli non corrisponde ad un inasprimento monetario.

ALLOCAZIONE DEGLI ATTIVI: SOPRAPPESO AZIONARIO – Alla luce della reazione positiva dei mercati alla notizia dell’avvio del tapering (il ridimensionamento del QE), abbiamo assunto una posizione sovrappesata nel comparto azionario. È vero che le valutazioni possono sembrare elevate, ma i mercati azionari dei Paesi avanzati al momento presentano una forte dinamica al rialzo. Le prospettive economiche sono migliorate: abbiamo rilevato un aumento delle operazioni di fusione e acquisizione, e se si tiene conto del basso costo del denaro, delle ampie riserve di liquidità di cui dispongono le imprese e del rafforzamento delle ambizioni di espansione delle società, riteniamo che tale tendenza possa continuare. In particolare negli USA vi è stato anche un costante aumento dei nuovi collocamenti in Borsa. Per quanto riguarda la distribuzione degli investimenti azionari sul piano geografico, deteniamo una posizione neutra in Giappone, mentre non abbiamo modificato il sovrappeso nei mercati emergenti rispetto a quelli avanzati e negli indici europei rispetto agli USA. In base alle nostre previsioni, i rendimenti dei titoli di Stato dovrebbero rimanere contenuti: infatti, numerosi Paesi presentano ancora un indebitamento elevato e dunque le banche centrali intendono mantenere i tassi su bassi livelli. Anche il calo dell’inflazione sta contribuendo al perdurare di questa situazione, tuttavia la recente volatilità ha reso i rendimenti meno interessanti in rapporto al rischio e dunque il gestore ha preferito adottare una posizione neutra in termini di duration. Il costo del denaro contenuto ha indotto le imprese ad aumentare il ricorso all’indebitamento, ma i fondi raccolti sono stati utilizzati per riacquistare le azioni e pagare dei dividenti. Un’eventuale frenata del ricorso all’indebitamento potrebbe penalizzare i mercati azionari. Restano invariate le posizioni sovrappesate nel debito dei Paesi emergenti – che offre valutazioni relativamente interessanti – e nel comparto high-yield europeo: a nostro avviso, infatti, entrambe queste classi di attivo presentano un carry favorevole in un contesto caratterizzato da rendimenti bassi.

USA: AMPIO MIGLIORAMENTO – L’indice ISM manifatturiero ha segnato una lieve flessione ma è rimasto su livelli abbastanza elevati, inoltre le componenti dell’indice relative ai nuovi ordinativi ed all’occupazione sono salite ancora. Anche l’indice ISM non manifatturiero si è indebolito, ma segnala ancora una crescita e rileva un notevole miglioramento delle intenzioni delle imprese di effettuare nuove assunzioni. Tuttavia i nuovi ordinativi nel settore dei servizi hanno registrato un tracollo tanto marcato da sembrare legato ad eventi temporanei: tale flessione, infatti, non è in linea con altri andamenti, come l’incremento degli ordinativi di beni durevoli, che potrebbe indicare l’avvio di una tendenza al rialzo. La crescita del PIL nel terzo trimestre è stata nuovamente corretta al rialzo ed al momento si colloca al 4,1% su base annua. La dinamica della crescita dei consumi si è rafforzata sostenuta dalla riduzione dei risparmi, e dunque adesso le vendite potrebbero rallentare. Fatta questa premessa, vi sono segnali di un aumento degli investimenti societari e dell’occupazione che fanno ben sperare per la crescita registrata nel quarto trimestre del 2013 (che potrebbe avere beneficiato anche del commercio con l’estero). L’aumento dei tassi sui mutui ipotecari favorito dalle attese del tapering ha penalizzato gli acquisti di abitazioni di vecchia costruzione, tuttavia altri indicatori del mercato degli immobili residenziali, come le vendite di case nuove e la fiducia delle imprese edili sono state più favorevoli. Inoltre, i prezzi delle case sono saliti ancora. A nostro avviso, vi è ancora una domanda repressa nel mercato immobiliare, in particolare se si considera il miglioramento dell’occupazione. Il miglioramento dei dati economici ha suscitato i dubbi dei mercati su un eventuale rialzo dei tassi sui Fed fund prima del previsto. I nostri esperti ritengono poco probabile questa eventualità. Gli effetti del drenaggio fiscale dovrebbero attenuarsi, ma la domanda repressa per nuove autovetture e beni d’investimento è limitata, e pertanto pare improbabile che la crescita possa risultare superiore al potenziale stimato (intorno al 2,5%).

ZONA EURO: IL CREDITO BANCARIO RESTA DEBOLE
– Le condizioni monetarie nell’area dell’euro hanno continuato a peggiorare. Il credito bancario ha registrato un’ulteriore contrazione, ma malgrado ciò l’economia potrebbe comunque ripartire. Le imprese, infatti, dispongono di notevoli riserve di liquidità ed hanno utilizzato in misura crescente il mercato obbligazionario come fonte di finanziamento. Inoltre è probabile che la fase di riduzione dell’indebitamento delle famiglie continui ancora per qualche tempo ed anche questo fattore frena il credito bancario. È importante segnalare che la disoccupazione pare stabilizzata, persino in Spagna. La fiducia dei consumatori è migliorata: le vendite al dettaglio sono salite dell’1,6%. Tenendo conto dell’indebolimento di alcuni fattori negativi, e in particolare degli effetti delle misure di austerità, riteniamo che la domanda repressa di consumatori e imprese possa trainare la crescita dell’economia. Alcune difficoltà strutturali permangono – come l’indebitamento elevato in certi Paesi – ma ciò non dovrebbe impedire una ripresa ciclica quest’anno.

GIAPPONE: L’INFLAZIONE È STATA CREATA, E ADESSO? – La Banca del Giappone ha favorito un aumento dei prezzi al consumo attraverso ingenti misure di allentamento quantitativo, ma non si è trattato del tipo giusto di inflazione: gran parte degli aumenti, infatti, è stata importata attraverso il deprezzamento dello yen. Inoltre, al netto dell’inflazione, i salari hanno subito una contrazione. Secondo le nostre previsioni, la banca centrale non interromperà l’allentamento quantitativo in tempi brevi. Per quanto riguarda gli aspetti positivi, segnaliamo l’ulteriore rafforzamento dell’indice PMI manifatturiero. In Cina gli indici PMI relativi al settore manifatturiero ed ai servizi sono scesi, ma sono rimasti in territorio positivo: i livelli attuali paiono compatibili con la crescita del 10% registrata di recente dalla produzione industriale. Desta preoccupazione il rapido accumulo del debito in Cina. Tuttavia, ciò non rappresenta un problema nel breve periodo, poiché il rapporto tra debito del governo centrale e PIL è sceso a partire dal 2010 consentendo che il rapporto tra debito pubblico complessivo e PIL restasse stabile intorno al 55%. Grazie alla garanzia implicita offerta dal governo centrale ed alle immense riserve valutarie, l’eventualità di incidenti pare poco probabile, ma è necessario vigilare. Negli altri Paesi emergenti, gli ultimi dati non mostrano notevoli miglioramenti, ma gli indici PMI in Corea del Sud e Taiwan stanno registrando un graduale rialzo. Negli ultimi tempi le esportazioni della Corea del Sud sono aumentate, ma la produzione industriale resta fiacca, mentre a Taiwan, export e produzione industriale registrano solo un lieve miglioramento. In India e Brasile gli indici PMI sono stabili. Infine le turbolenze politiche in Tailandia e Turchia si sono riflesse su alcuni indicatori, tuttavia riteniamo che si tratti di casi specifici a livello nazionale.

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