Mifid II, ci siamo: raggiunto l’accordo sulla nuova direttiva

ACCORDO RAGGIUNTO – Nella tarda serata di martedì 14 gennaio, il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno raggiunto l’accordo sul testo della nuova direttiva Mifid. Queste nuove regole, ha dichiarato il commissario per il Mercato interno e i servizi Michel Barnier, “migliorano il funzionamento dei mercati dei capitali a beneficio dell’economia reale. Sono un passo fondamentale verso la costruzione di un sistema finanziario più sicuro, più aperto e più responsabile, ristabilendo la fiducia degli investitori”.

PROTEZIONE DEGLI INVESTITORI – La nuova direttiva, spiegano gli esperti, rafforza la protezione degli investitori. Le imprese di investimento dovranno adeguarsi a standard più stringenti per assicurare che i prodotti offerti alla clientela siano adeguati e che gli asset siano ben protetti. Non solo: dal punto di vista degli operatori del settore, gli investitori avranno la possibilità di usufruire di una consulenza indipendente e neutrale, chiaramente separata dalla consulenza non indipendente, basata su un sistema di remunerazione che non dovrà essere in contrasto con questi requisiti. La nuova Mifid introduce inoltre poteri e stabilisce le condizioni per l’intervento dell’Esma volto a proibire il marketing e la distribuzione di alcuni tipi di strumenti finanziari in ben determinate circostanze.

COSA CAMBIA CON LA DIRETTIVA – L’accordo è arrivato dopo lunghe trattative. La Mifid esistente è dunque stata rivista, diventando un nuovo cuore di regole sui mercati finanziari nell’Unione europea.Tra le altre novità, la più stretta regolamentazione dei derivati ​​sulle commodity, in termini di supervisione, trasparenza e limiti di posizione, per contenere la speculazione alimentare. È regolato per la prima volta a livello Ue il trading ad alta frequenza. Le misure saranno attuate entro la fine del 2016 e mirano a colmare le lacune evidenziate dalla crisi finanziaria del periodo 2007-2009. Obiettivi: controlli più severi sui mercati finanziari e far fronte ai progressi della tecnologia del trading. Nella lunga strada verso l’accordo, una parte importante l’ha avuta la Svizzera, che fino all’ultimo momento non ha abbandonato il suo lavoro di convincimento per fare in modo che la Mifid II non limitasse l’accesso al mercato europeo ai fornitori svizzeri di servizi finanziari.

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