Assogestioni, malgrado la frenata di fine anno il settore fa un 2013 da record

2013 RECORD – L’industria italiana del risparmio gestito ha chiuso il 2013 con una lieve frenata che non ha toccato però il mondo dei fondi comuni. Secondo i dati preliminari diffusi da Assogestioni (nella foto il presidente dell’associazione, Giordano Lombardo), nel mese di dicembre la raccolta netta del settore è risultata negativa per 582 milioni di euro (+4,7 miliardi a novembre), portando così il dato complessivo del 2013 a 64,9 miliardi di euro: si tratta comunque della migliore raccolta netta annuale del decennio.

IN ROSSO I MANDATI ISTITUZIONALI – A pesare negativamente sul risultato messo a segno dall’industria nell’ultimo mese dell’anno sono state le gestioni di portafoglio, con un rosso di 3,4 miliardi contro i +501 milioni di novembre (16,1 miliardi da inizio anno): in particolare, i mandati istituzionali hanno visto defluire oltre tre miliardi di euro (+425 milioni a dicembre, +14 miliardi da inizio anno), di cui 2,3 miliardi sono attribuibili al gruppo Generali, in particolare al risultato dell’attività che la sgr del Leone ha svolto nel mese, per conto proprio di Generali, sulle partecipazioni strategiche del gruppo. In rosso, per 334 milioni, anche i mandati retail (+1,7 miliardi da inizio anno).

BENE I FONDI COMUNI – Ancora positivo invece, anche se in lieve flessione mese su mese, l’andamento delle gestioni collettive: la raccolta netta è stata pari a dicembre a 2,8 miliardi (4,2 miliardi a novembre, 48 miliardi nel 2013). Da segnalare soprattutto al contributo dei fondi comuni, dove sono confluite risorse per 2,7 miliardi nel mese e per 48 miliardi nell’intero anno. All’interno di questa categoria si sono distinti i prodotti flessibili, con 1,7 miliardi di raccolta mensile e 28,3 miliardi di raccolta annuale e gli azionari (rispettivamente 676 milioni e 4,6 miliardi). I bilanciati hanno raccolto 360 milioni a dicembre e 12,7 miliardi nel 2013, mentre per i bilanciati le sottoscrizioni sono state pari a 134 milioni e 6,3 miliardi. In rosso gli hedge (-177 milioni nel mese, -1,7 miliardi da inizio anno) e i monetari (-101 milioni e -1,6 miliardi). Considerando i dati da settembre a dicembre 2013, segnala Assogestioni, i fondi aperti hanno portato a sei i trimestri consecutivi di raccolta netta per un bilancio complessivo in 18 mesi di oltre 52,9 miliardi di euro.

LE CATEGORIE PIU’ APPREZZATE – “Nel 2012 la categoria che ha raccolto in assoluto di più erano stati gli obbligazionari flessibili, che è stata la prima generazione dei fondi a cedola, molto generosi grazie ai tassi particolarmente interessanti e al recupero dei titoli di stato di quel periodo”, ricorda Alessandro Rota, responsabile ufficio studi di Assogestioni. “Nel 2013 c’è stato un cambiamento: i nuovi fondi a cedola tendono ad essere classificati preferibilmente nei fondi flessibili perchè, con i tassi ormai al lumicino, ci si è spostati verso prodotti che consentano un’esposizione al mercato equity per dare quell’upside che nei fondi strettamente obbligazionari è più difficile avere”. Rota ricorda che la raccolta di questi prodotti è stata sostenuta dal meccanismo, particolarmente incentivante per le reti, dell’anticipo commissionale previsto per la vendita di fondi “a finestra” con scadenza definita. “Il fatto che si siano trasformati in fondi più aggressivi denota un processo di adeguamento al mercato”, ha detto l’analista. “Magari questo è il primo passo per poi tornare sull’equity”.

PATRIMONIO – Sul fronte del patrimonio in gestione al settore infine, si riscontra un leggero calo degli asset under management, scesi a 1.331 miliardi dai 1.133 di novembre complice un effetto performance negativo di circa 20 punti base.

Di seguito i dati completi:

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