Voluntary disclosure, ecco perché gli intermediari avranno un ruolo centrale

VIA LIBERA DAL CDM – E’ arrivato venerdì 24 gennaio 2014 il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge sulla “voluntary disclosure”, la procedura di collaborazione volontaria finalizzata alla regolarizzazione delle attività illecitamente detenute all’estero (qui l’intervista sul tema ad Antonio Tomassini, partner responsabile del dipartimento Tax in Italia dello studio legale Dla Piper). In base al testo del decreto, la voluntary sarà valida fino a settembre del 2015 per le violazioni commesse fino al 31 dicembre 2013. In pratica, hanno spiegato a BLUERATING gli esperti dello studio legale Dla Piper, si tratta di una procedura di rientro di capitali riguardante “tutte le attività finanziarie e patrimoniali, quindi strumenti finanziari, asset e liquidità”, che permetterà di regolarizzare la propria posizione autodenunciandosi al Fisco”.

IL RUOLO DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI
– Il lavoro per gli intermediari finanziari dunque non mancherà: “per fruire dei benefici bisogna prendere le somme detenute all’estero illegalmente e trasferirle in Italia, nell’Ue o nello spazio economico europeo. Se una persona non procede al trasferimento, deve autorizzare l’intermediario estero a comunicare i dati all’amministrazione finanziaria italiana. Senza questi passaggi formali, la voluntary non si completa, quindi gli intermediari svolgeranno un ruolo fondamentale”. Il decreto conferma che la voluntary non è una riedizione dello scudo fiscale: “non c’è un’imposta sostitutiva come succedeva per lo scudo, tutte le imposte vanno pagate, anche se in misura ridotta”, hanno spiegato ancora gli esperti di Dla Piper. “Inoltre non viene garantito l’anonimato, quindi è tutto molto più trasparente”. Quanto ai benefici per si autodenuncia, questi consistono nella riduzione delle sanzioni alla metà, con un ulteriore sconto a un terzo se si paga subito.

L’AUTORICICLAGGIO
– Dal punto di vista della copertura penale, il decreto legge approvato venerdì prevede che chi si autodenuncia non è punibile per omessa o infedele dichiarazione dei redditi. Viene inoltre riscritta la norma sul riciclaggio, con l’introduzione dell’autoriciclaggio come reato rilevante penalmente. In pratica, la punibilità per riciclaggio si estende anche all’autore del reato da cui proviene il denaro occultato al Fisco. Mentre la pena è confermata da un minimo di quattro a un massimo di dodici anni, la multa aumenta fino a  un massimo di 50.000 euro (oggi è 15.493 euro). Il decreto introduce poi una pena da due a otto anni e una multa da 2.000 a 25.000 euro se il denaro proviene da un delitto non colposo per il quale la pena è stabilita nel massimo di sei anni. L’autoriciclaggio, ricordano gli esperti, “sarà introdotto solo in agosto 2014, quindi chi procederà  alla voluntary disclosure entro il 31 luglio 2014 sarà coperto, perché la norma non sarà retroattiva”.

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