Top Advisor, parlano un promotore e uno studente in corsa per la vittoria

Strategie di gestione, fondi preferiti e sensazioni sulla gara in corso. Sono questi i temi su cui si confrontano un promotore finanziario e uno studente iscritti al concorso Top Advisor nell’intervista doppia che proponiamo di seguito. A rispondere sono Luigi Millone “Soullouis”, in seconda posizione nella categoria dei promotori finanziari per rendimento (+18%) e Giuseppe Pace “GiPa”, primo tra gli studenti con una performance del 17,98% nel momento in cui scriviamo.

Prima di tutto una piccola presentazione dei due intervistati:

Luigi Millone: sono un financial planner di Banca Generali a Reggio Calabria.

Giuseppe Pace: Sono originario della lucania, ho conseguito la laurea magistrale in Economia e Finanza presso la Luiss Guido Carli lo scorso luglio, ho 26 anni e attualmente sto frequentando un master in Finanza quantitativa presso il Mip, la business school del Politecnico di Milano. Quando ha iniziato a partecipare al concorso?

L.M.: Ho iniziato a parteciparvi sin dall’inizio visto che apprezzo questo genere di iniziative ludiche collegate alla mia attività lavorativa.

G.P.: Ho iniziato a partecipare al concorso il primo settembre 2013, poco prima del secondo giro di boa, in modo da partecipare alla classifica finale.

Come ne è venuto a conoscenza?

L.M.: L’iniziativa è partita da un collega, nel gioco “Annunziato”, che mi ha conivolto accendendo una sorta di sfida a quattro insieme a “Dadodado” e “San25” altri due colleghi di ufficio.

G.P.: venuto a conoscenza del concorso grazie a un’intervista, di poco precedente alla mia iscrizione, di un dirigente Pictet sulla rubrica del TGR Piazza Affari, in onda su Rai 3.

Quale strategia di gestione sta adottando e perché?

L.M.: Non si può parlare di strategia vera e propria visti i tempi stretti di svolgimento del gioco, diciamo piuttosto che cerco di assecondare il mercato concentrando l’asset su pochi comparti, attualmente tre.

G.P.: Sto adottando, sin dall’inizio della mia partecipazione, una strategia “buy & hold”, che è una via di mezzo tra quella constant weight e quella CPPI. Nel lungo termine, infatti, risulta vincente più del day trading, a causa dell’alto turnover dei titoli in portafoglio e dei costi di transazione di quest’ultima strategia. Il punto di forza della buy & hold è di fatto costituito dalla bontà ex-ante dell’analisi di asset allocation strategica, in cui si punta sulla previsione dei rendimenti futuri sulla consistenza e solidità di quelli passati. E’ una tecnica di gestione “passiva”, che, se ben sfruttata e con un adeguato market timing, può dare risultati più che soddisfacenti per l’investitore. Contrariamente alla buy & hold tradizionale, però, ho preferito evitare la classica ripartizione equity/titoli risk free (che di questi tempi è un miraggio), preferendo piuttosto concentrarmi su un effetto concentrazione, più che diversificazione, per ottenere rendimenti elevati ad un rischio tutto sommato accettabile; dato che, in qualche modo, ci pensa già il fondo a diversificare.

Quali sono i fondi che sta utilizzando in questo momento e perché?

L.M.: Vista la competizione interna con i colleghi sopra citati dico solamente che la mia strategia attuale è poco diversificata.

G.P.: In questo momento sto utilizzando i fondi Pictet Biotech HR e Pictet Biotech R in euro e il Fondo Pictet Biotech R in dollari; come ho riferito prima ho voluto concentrare il portafoglio in fondi di azioni di società biofarmaceutiche, poiché fortemente orientate all’innovazione. Inoltre le quote del fondo non sono limitate a una specifica area geografica, ma spaziano dal Nord America all’Europa occidentale. Ritengo che sia un settore fortemente produttivo e trainante per il mercato nei prossimi anni; proprio quello che ci vuole per un’assett allocation strategica di medio/lungo periodo.

Conosceva già i fondi Pictet?

L.M.: Conosco i fondi Pictet da molti anni e li utilizzo spesso negli asset della mia clientela.

G.P.: Conoscevo già Pictet da prima, grazie al mondo universitario e alle relative conoscenze in tema di portafogli. Tuttavia il concorso mi ha dato modo di allargare la mia conoscenza sui fondi d’investimento, che dovrebbero essere la strategia ottimale per ogni investitore, secondo il teorema del “Mutual Fund Separation” e di cui, nonostante ciò, si parla sempre poco rispetto a strumenti più “canonici” della finanza mobiliare.

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