MERCATI EMERGENTI – I Paesi emergenti più deboli a dicembre sono stati la Turchia, la Polonia e la Cina. Lo sostiene Raiffeisen Capital Management nel suo report di gennaio. Su base annua vediamo che le azioni cinesi, nonché il Brasile e la Turchia, si trovano a capo della lista dei perdenti, con ribassi delle quotazioni tra il 14 e il 17%. India, Russia e Ungheria hanno saputo invece guadagnare leggermente su base annua. Tuttavia, l’andamento del valore dell’anno passato dovrebbe essere inserito nel quadro più ampio di lungo periodo: l’indice Msci Em tra il 2002 e il 2012 ha guadagnato il 260% circa, paragonato al 69% dei mercati azionari sviluppati. Del resto, le obbligazioni Em in valuta locale hanno guadagnato oltre il 200% nello stesso periodo, nei confronti del rendimento del 58% dei titoli di Stato Usa (calcoli entrambi in dollari Usa). Nel 2014 ci si attende una crescita complessiva per i Paesi emergenti intorno al 5% – poco superiore al 2013, mentre i Paesi industrializzati sviluppati potrebbero quasi raddoppiare al 2% circa la loro crescita rispetto al 2013. Tuttavia, il valore dei Paesi emergenti viene trainato in particolare dalla Cina.