Assogestioni, Lombardo in pole position

IL NUOVO PRESIDENTE – A pochi giorni dall’assemblea di Assogestioni che dovrà eleggere il nuovo presidente salgono le quotazioni di una soluzione interna con la nomina di Giordano Lombardo  quale successore di Domenico Siniscalco. Lombardo, vicepresidente di Pioneeer Investment Management (gruppo Unicredit), ricopre infatti oggi ad interim l’incarico di numero uno dell’associazione dei gestori italiani ed esteri attivi in Italia. E il 26 marzo, giorno di inaugurazione del Salone del Risparmio a Milano, organizzato proprio da Assogestioni, è prevista l’assemblea di nomina del nuovo presidente.

I CANDIDATI – Fra i candidati esterni, uscito di scena quello più autorevole e con maggiori chance di nomina, l’ex ministro dell’economia e delle finanze Vittorio Grilli, resistono, ma con minori possibilità, i nomi degli economisti Marco Onado (occupatosi di risparmio gestito come presidente di Pioneer Investments e consigliere di Capitalia sgr e Fineco sgr), Carlo Maria Pinardi (presidente di Analysis e Attiva sgr) spinto dall’ex presidente dell’associazione Guido Cammarano (oggi presidente di Arca sgr), Angelo Tantazzi (presidente di Prometeia ed ex presidente di Borsa Italiana) e Attilio Lentati (ex top manager di Ras, poi in UniCredit). Fra i manager più “interni” al sistema dei fondi sono invece in corsa Andrea Beltratti (già presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo e oggi di Eurizon Capital sgr) e Giuseppe Zadra, che ha appena lasciato la presidente di Anima sgr in vista dell’imminente quotazione, ma che ha una lunga esperienza istituzionale alla direzione generale dell’Abi.

LE IPOTESI – Secondo quanto prevede lo statuto di Assogestioni, il presidente deve essere scelto fra “personalità del mondo economico, finanziario o accademico, resta in carica tre anni ed è eleggibile per non più di due mandati consecutivi”. Non è però prevista una procedura dettagliata di nomina e Siniscalco fu scelto da un accordo “blindato” fra gli allora vertici delle due grandi banche italiane, Intesa Sanpaolo e UniCredit (rispettivamente Corrado Passera e Alessandro Profumo) che estromise dalla scelta gli asset manager esteri che non vorrebbero venisse oggi ripetuta quella procedura.

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