Europa senza cultura finanziaria, ecco le linee guida di Efama

L’INDAGINE – In Europa manca la cultura finanziaria. E’ quanto emerge da un report di Efama intitolato Building Blocks for Industry Driven Investor Education Initiatives e presentato oggi a Bruxelles con l’obiettivo di discutere nuove strategie per portare la questione dell’alfabetizzazione finanziaria degli investitori ai primi posti dell’agenda di politica pubblica dei Paesi del Vecchio Continente L’indagine, che fornisce mediante la raccolta di analisi di esperti indipendenti una panoramica sul lavoro fatto finora in tema di alfabetizzazione finanziaria, conferma la diffusa ignoranza in materia, con la maggior parte dei consumatori che non conosce concetti quali tassi di interesse e inflazione.

I RISULTATI –
Ma forse, segnala Efama, il dato più allarmante deriva dall’analisi della professoressa Annamaria Lusardi, della George Washington School of Business, secondo cui “l’analfabetismo finanziario è diffuso e profondi nell’ambito di specifici gruppi demografici. Non si tratta di una carenza di un determinato Paese o di un livello di evoluzione economica: il fenomeno esiste ovunque”. In particolare dalla ricerca è emerso che, chiedendo di quanto un tasso di intreresse del 2% avrebbe fatto aumentare un deposito di 100 euro, il livello di risposta esatta (2 euro) ha variato in Europa da oltre l’85% a meno del 40%. I paesi più “preparati” sono stati l’Olanda con l’84,8% di risposte esatte, la Germania con l’82,4% e la Svizzera con il 79,3%. Non solo. Lo studio, segnala ancora Efama, evidenzia che solo una minoranza degli investitori comprende a fondo il significato di diversificazione del rischio e che c’è una netta discrepanza tra la percezione che gli investitori hanno della loro cultura finanziaria e la realtà.

IL COMMENTO
– “E’ risaputo che a molte persone manca un livello di educazione finanziaria necessatio per decidere quanto dovrebbero risparmiare per prepararsi alla pensione e come dovrebbero gestire i loro soldi e i loro investimenti”, ha detto Peter De Proft, direttore generale di Efama. “E’ necessario intervenire, visto che la responsabilità della gestione dei risparmi si stra gradualmente spostando dallo Stato agli individui”. Efama ha dunque definito delle linee guida dettagliate per ottenere il massimo dalle iniziative di educazione degli investitori. Il messaggio è semplice: decidere cosa si vuole dire, a chi lo si vuole dire e cercare di veicolare un messaggio coinvolgente e comprensibile. Il punto di partenza dovrebbe essere quello di chiedere dove si può intervenire al meglio. Sulla base dell’analisi dei temi relativi all’istruzione degli investitori, segnala ancora Efama, è necessario fissare obiettivi realistici per determinare dove una società o un’associazione possono fare la differenza.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!