Legg Mason: gli investitori italiani puntano sempre di più oltre i confini nazionali

MERCATI ESTERI – “L’investitore italiano è sempre più propenso a guardare oltre il confine nazionale per trovare le migliori opportunità di investimento”. Sono le parole di Marco Negri, country head Italia di Legg Mason Global Asset Management, illustrando l’ultima indagine della realizzata dall’asset manager statunitense. L’86% degli investitori del nostro Paese dichiara infatti di investire parte del proprio portafoglio nei mercati esteri. Si tratta della percentuale più alta riscontrata tra i principali paesi Europei: investe all’estero infatti il 71% dei britannici, il 68% dei francesi, il 64% degli spagnoli ed il 61% dei tedeschi.

LA GEOGRAFIA – La percentuale italiana è più alta anche di molti dei principali paesi a livello globale (78% degli investitori Usa, 71% in Corea del Sud, 60% in Australia, 59% in Giappone, 33% in Brasile). Solo in Cina, considerando le principali nazioni del mondo tra quelle oggetto di indagine, si riscontra una percentuale leggermente maggiore con l’87% (in assoluto sono Hong Kong e Taiwan, rispettivamente con 92% e 90%, a registrare i valori più alti).

ASSET INVESTITI – Anche la percentuale media di asset investiti all’estero è di gran lunga la più alta riscontrata in Europa: ben il 31% del portafoglio degli investitori italiani è allocato oltre i confine nazionali, contro il 18% registrato tra gli investitori in Uk, il 16% in Germania, il 15% in Spagna ed il 13% in Francia. Più del doppio, inoltre, di quanto registrato tra gli investitori di Usa (14%), Australia (13%) e Brasile (11%) e molto più della Cina (18% del portafoglio).

ELEVATA VOLATILITA’ – L’indagine è stata realizzata in 20 paesi e ha raccolto i dati di oltre 4.000 intervistati (investitori tra i 40 e i 75 anni), con un patrimonio medio investito, per quanto riguarda gli investitori italiani, di circa 1 milione e 700 mila dollari statunitensi. “Crediamo che, soprattutto in un contesto di elevate volatilità come quello che stiamo vivendo”, ha spiegato ancora Negri, “un approccio sempre più globale all’investimento sia la soluzione migliore per ridurre i rischi puntando comunque ad ottenere una rendita”.

PREDILIZIONE PER L’OBBLIGAZIONARIO – Perché piace l’investimento all’estero? Ad attirare sono soprattutto la speranza di ottenere una maggior rendita rispetto a quanto è capace di offrire il mercato nazionale (56%) e la diversificazione del rischio puntando su vari mercati (55%). Guardando all’attuale asset allocation degli investitori italiani si conferma una predilezione per l’obbligazionario. Il 31% del portafoglio è infatti investito nel reddito fisso: si tratta della più alta percentuale tra tutti i paesi oggetto d’indagine (18% in Germania, 19% in Francia e 20% negli Usa). Seguono gli investimenti in liquidità e nel campo immobiliare (entrambi al 21%) e l’azionario al 17%. Gli investimenti non tradizionali si attestano al 5%.

I MERCATI EMERGENTI – A livello di aree geografiche, infine, il 53% investitori italiani che già investono oltre confine, o si dichiarano fortemente propensi a farlo, ritiene quella dei mercati emergenti (53%) l’opportunità di investimento più interessante nei prossimi mesi.

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