Bnp Paribas IP: prospettive peggiorate per le pmi

ORIENTAMENTO ESPANSIVO DELLE BANCHE CENTRALI – Le principali banche centrali hanno mantenuto un orientamento espansivo e l’attività economica nell’area dell’euro si è rafforzata, pertanto non abbiamo modificato il sovrappeso complessivo nel comparto azionario. “Non abbiamo rilevato segnali di miglioramento della crescita nei paesi emergenti tali da giustificare una posizione sovrappesata per trarre vantaggio dalle quotazioni favorevoli e pertanto abbiamo mantenuto una ponderazione neutra in questi mercati”, spiega Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas Investment Partners. “Abbiamo liquidato la posizione sovrappesata nel segmento delle small-cap Usa rispetto alle large-cap poiché riteniamo che le prospettive reddituali per le imprese più piccole siano peggiorate. Inoltre, questa posizione stava registrando una performance negativa”.

USA: DATI POSITIVI DAL RAPPORTO SUL MERCATO DEL LAVORO – Pare che l’ultimo rapporto sul mercato del lavoro abbia deluso i mercati finanziari: infatti, gli indici azionari e i rendimenti obbligazionari sono scesi dopo la pubblicazione. Tuttavia, il numero degli occupati è cresciuto di 192.000 unità in marzo e i dati relativi ai due mesi precedenti sono stati corretti al rialzo, spingendo la crescita dell’occupazione vicino alla media di 200.000 unità registrata per gran parte del 2013. Inoltre, il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 6,7%. Un altro dato positivo è stato l’allungamento della settimana lavorativa media, passata da 33,4 ore a 33,7 ore, grazie all’incremento mensile più consistente dal 1996. Le retribuzioni orarie medie sono lievemente scese, ma il tasso di partecipazione al mercato del lavoro è aumentato. Pare, dunque, che i redditi delle famiglie abbiano registrato un consistente rafforzamento, e dunque, a mio avviso non c’è motivo per valutare negativamente i dati di questo rapporto. È possibile invece che gli operatori di mercato abbiano nutrito attese eccessive, basandosi su previsioni non ufficiali più ottimistiche rispetto ai dati reali.

BCE: PER ADESSO SI LIMITA ALLE DICHIARAZIONI – Le dichiarazioni rilasciate dai vertici delle banche centrali possono rivelarsi molto efficaci. Nella riunione del Consiglio direttivo di inizio aprile, la BCE non ha assunto nuovi provvedimenti per stimolare la crescita, ma il presidente Draghi ha lasciato la porta aperta a nuovi interventi, ribadendo la disponibilità della BCE ad adottare misure non convenzionali. Draghi ha fatto intendere che oltre all’eventuale deflazione, anche un lungo periodo di inflazione bassa potrebbe indurre la banca centrale ad intervenire. Secondo i nostri esperti, tuttavia, prima la BCE proverà altre misure, come un lieve taglio del tasso sulle operazioni di rifinanziamento, un tasso di deposito negativo o la fine della sterilizzazione degli acquisti di obbligazioni fatti in passato. È possibile anche che la BCE vari un’operazione di allentamento creditizio – attraverso l’acquisto di titoli garantiti da attivi patrimoniali – poiché tale intervento potrebbe essere più efficace per abbassare i tassi d’interesse e migliorare la disponibilità e la capacità delle banche di erogare nuovi prestiti.

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