Bnp Paribas IP, rimaniamo neutri sulle azioni internazionali

IL PANORAMA – Il dato statistico sull’occupazione negli USA ha registrato un forte progresso e il tasso di disoccupazione è sceso ancora. Questo dato rende più credibile l’insistenza della Federal Reserve sul fatto che il mercato del lavoro dispone ancora di margini di miglioramento. Tuttavia, sinora non vi è stata alcuna accelerazione degli aumenti salariali. Negli ultimi tempi, l’economia dell’area dell’euro ha incontrato delle difficoltà, e pertanto dall’inizio di giugno le quotazioni dei listini azionari europei registrano un ritardo rispetto al mercato USA.

USA: MIGLIORA L’OCCUPAZIONE, MA NON LA CRESCITA –
Secondo il rapporto sul mercato del lavoro di giugno, la crescita dell’occupazione presso le imprese nel primo semestre si è attestata su una media 231.000 unità: questo dato non pare compatibile con un’economia che ha registrato solo una lieve espansione. A nostro avviso, almeno in parte il recente vigore dell’occupazione è spiegabile con un recupero rispetto alla debolezza dell’anno scorso (cfr. grafico). In effetti, il numero di ore lavorate si colloca ancora al di sotto della media di lungo periodo, mentre gli straordinari hanno registrato un lieve calo. Le indicazioni rilevate presso le famiglie sono meno positive rispetto a quanto segnalano i dati sull’occupazione. Inoltre, la componente che misura le intenzioni delle imprese di effettuare nuove assunzioni – sia nell’indagine ISM relativa al settore manifatturiero che nell’indice NFIB (fiducia piccole imprese) – segnala che in prospettiva la creazione di posti di lavoro subirà un lieve rallentamento. 
 
ZONA EURO IN FRENATA
– Gli ultimi dati pubblicati continuano ad essere per lo più inferiori alle stime, e pertanto i nostri esperti hanno corretto al ribasso le previsioni di crescita per l’area dell’euro. Le nostre previsioni continuano ad essere più favorevoli rispetto alle stime prevalenti sui mercati, ma in misura minore: adesso puntiamo su una crescita dell’1,25% invece dell’1,5%. L’indice dei direttori d’acquisto del settore della distribuzione ha registrato un netto miglioramento in Germania, ma altri dati come ordinativi e produzione industriale o l’import-export hanno accusato una flessione. Tuttavia queste cifre devono essere considerate nell’ambito della tendenza al rafforzamento della crescita, iniziata tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di quest’anno. Pertanto per il 2014 continuiamo a prevedere un lieve incremento del PIL. 

ASIA: NUOVI SEGNALI D’INVERSIONE DI TENDENZA
– In Giappone, la componente relativa alle prospettive economiche dell’Economy Watchers’ Survey è peggiorata ma segnala ancora che l’economia sta tenendo relativamente bene dopo l’aumento dell’IVA scattato in aprile. Considerato che l’inflazione è salita al 3,7% su base annua, mentre i salari sono sostanzialmente stabili, il potere d’acquisto dei consumatori pare limitato. Invece la bassa disoccupazione e l’elevata redditività delle società orientate all’esportazione rappresentano dei fattori più favorevoli. In Cina, il PMI dei servizi ha confermato che la crescita ha toccato un punto di svolta, ma i nostri analisti non hanno ancora rilevato alcun segnale di accelerazione. Un’inflazione modesta ha fatto aumentare il rischio di deflazione (cfr. grafico), ma le autorità di Pechino dovrebbero disporre di margini per varare misure di stimolo monetario al fine di difendere l’obiettivo di crescita ufficiale del 7,5%.

ALLOCAZIONE DEGLI ATTIVI – Manteniamo una posizione neutra sulle azioni internazionali, con un sovrappeso nell’area dell’euro rispetto al Regno Unito. Valutiamo positivamente il carry sul debito societario high-yield europeo e sui titoli dei paesi emergenti in valuta locale. Per quanto riguarda i titoli di Stato, non riteniamo opportuno assumere una posizione short in termini di duration sui titoli tedeschi o USA. Deteniamo posizioni neutre nei seguenti settori: immobiliare globale, titoli convertibili, materie prime e liquidità. L’euro è stretto tra le pressioni dei nuovi stimoli monetari e le stime favorevoli in materia di crescita e inflazione. Deteniamo una posizione sovrappesata dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli del Regno Unito, soprattutto poiché la politica espansiva della BCE potrebbe favorire una flessione dei rendimenti dell’Italia, mentre l’orientamento restrittivo della Bank of England potrebbe spingere al rialzo i rendimenti dei gilts. La ponderazione dei titoli quinquennali della Germania rispetto a quelli a 30 anni è destinata a beneficiare dell’inclinazione della curva quando i rendimenti a lunga scadenza saranno spinti verso l’alto dal rialzo dei tassi negli USA. Inoltre, deteniamo una posizione sovrappesata nel debito del Messico (in USD) rispetto ai Treasury decennali. Prevediamo, infatti, che le emissioni messicane dovrebbero beneficiare di fondamentali economici solidi e in miglioramento, del calo dell’inflazione e del basso livello dei tassi ufficiali.  Riteniamo anche che l’economia del Messico sia protetta meglio dal rischio di un rallentamento in Cina rispetto ad altre economie dell’America Latina. Infine, deteniamo una posizione lunga in contratti swap sull’inflazione a 5 anni USA (in base alle nostra stime sull’inflazione per i prossimi cinque anni), mentre in Europa, deteniamo una posizione lunga in contratti swap sui tassi a cinque anni del debito investment-grade, poiché prevediamo che il divario relativamente ampio tra tassi spot e tassi a termine a cinque anni si restringerà.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: