Nicholson (Vontobel): Absolute return, vantaggi in caso di aumento dei tassi

PAUL NICHOLSON – “Le strategie d’investimento che risultano particolarmente interessanti per gli investitori sono quelle che offrono loro la prospettiva di ottenere rendimenti positivi in differenti scenari di mercato”. Parola di Paul Nicholson, portfolio manager del Vontobel Fund Absolute Return Bond. In quest’ottica, le soluzioni absolute return poggiano sull’assunto secondo cui determinate strategie presentano caratteristiche specifiche suscettibili di rivelarsi vantaggiose anche in caso di incremento dei tassi. Un investitore alla ricerca di rendimenti assoluti dovrebbe puntare su portafogli obbligazionari solidi, la cui qualità creditizia e di tasso può essere modulata in modo attivo con l’ausilio di strumenti derivati. I portafogli obbligazionari di tipo classico sono esposti a notevoli rischi di tasso e di credito. Dal momento che prevedono il pagamento di cedole a cadenza regolare e rimborsi pianificabili, costituiscono la colonna portante di numerosi portafogli d’investimento. Il profilo di rischio ad essi associato è però alquanto sbilanciato, poiché non consentono, ad esempio, di beneficiare di fasi di mercato in cui i tassi si muovono al rialzo. I portafogli di questo tipo sono quindi relativamente poco flessibili, per cui gli investitori hanno a disposizione un margine di manovra molto limitato per reagire alle opportunità e alle sfide derivanti dal mutamento delle condizioni sui mercati finanziari.

MARGINI D’INTERVENTO PIÙ AMPI – Un gestore patrimoniale che adotta un approccio di tipo attivo dovrebbe pertanto cercare di sfruttare l’esigenza degli investitori di disporre di maggiori spazi di manovra. A nostro avviso, ciò è reso possibile da un approccio «absolute return». Innanzitutto, il portafoglio di base dovrebbe essere composto da titoli di Stato e obbligazioni societarie con il massimo livello di sicurezza e liquidità possibile. Su queste basi, è poi possibile definire i parametri fondamentali del portafoglio: da un lato la duration, ossia la sensibilità del portafoglio a oscillazioni dei tassi, dall’altro la sensibilità al credito, ossia la vulnerabilità del portafoglio a eventuali variazioni dei premi di credito. Entrambi i parametri possono essere influenzati ricorrendo a derivati come future obbligazionari e credit default swap su indici. Questa strutturazione del portafoglio consente di intervenire in modo rapido ed efficiente sotto il profilo dei costi. Sulla scorta di un adeguato impiego di questi modelli e delle stime di mercato, è possibile ottenere vantaggi in fasi sia di rialzo che di ribasso dei tassi. Nel quadro del nostro processo d’investimento ricorriamo a una strategia orientata al momentum. Gli approcci orientati alla dinamica di mercato beneficiano di tendenze chiaramente definite. L’effetto «momentum» dimostra che le tendenze osservabili nel recente passato proseguono anche nei periodi successivi, ossia che, dopo un primo rialzo dei tassi, essi sono destinati ad aumentare anche in seguito. Tale effetto, confermato da evidenze empiriche sui mercati dei capitali, è riconducibile alla reazione eccessiva degli investitori alle nuove notizie. Ciò significa che, alle prime avvisaglie di un rialzo dei tassi, si può orientare la duration in territorio negativo predisponendo una copertura con future obbligazionari e incrementando così il valore di portafoglio anche in periodi di incremento dei tassi. Analogamente, è altresì possibile estendere i benefici all’intero ciclo creditizio, vale a dire in fasi di rialzo e di ribasso dei tassi. Anche laddove il ciclo del credito appare ancora positivo e si desidera beneficiare dei premi creditizi, la disponibilità di un’elevata liquidità permette di ridimensionare rapidamente l’esposizione in caso di repentina inversione dei mercati.

PROTEZIONE CONTRO I RISCHI D’INFLAZIONE –
A fronte di un incremento dei tassi è opportuno abbreviare la duration oppure, ove del caso, operare una copertura totale. L’elevata presenza di titoli molto liquidi in portafoglio permette di implementare i necessari riposizionamenti in tempi rapidi. L’estate scorsa, ad esempio, avevamo assunto una posizione di questo tipo. In quel periodo la banca centrale statunitense (Fed) aveva accennato per la prima volta all’ipotesi di ridurre il proprio programma di acquisto di attivi, il che aveva determinato un aumento dei rendimenti sui titoli di Stato USA che, dall’1,6 per cento di maggio 2013, a settembre dello stesso anno erano arrivati a sfiorare il 3 per cento. Grazie alla copertura adottata, siamo riusciti in questa fase a stabilizzare in ampia misura il portafoglio. Al riparo dal pericolo di deflazione – La deflazione – ossia un periodo prolungato di ribasso del livello dei prezzi e dei tassi – rappresenta una situazione altrettanto problematica quanto l’inflazione, ed è spesso accompagnata da turbolenze di mercato. Con lo scoppio della crisi di mercato nel 2008, i timori di una deflazione e di un tracollo del sistema finanziario globale hanno fatto colare a picco i mercati. I tassi hanno accusato una netta flessione e la domanda di titoli di Stato sicuri è notevolmente aumentata. Poiché contestualmente gli operatori di mercato hanno disprezzato le obbligazioni del segmento del credito, i differenziali dei tassi hanno registrato un marcato ampliamento. Anche questa rappresenta una situazione di partenza alla quale un gestore patrimoniale dovrebbe poter reagire tempestivamente nell’ambito di una strategia «absolute return», ad esempio assicurandosi sempre un elevato livello di liquidità anche nel segmento del credito.

KNOW-HOW E CAPACITÀ DI ADOTTARE DECISIONI PONDERATE – Nell’ambito degli approcci absolute return è fondamentale non seguire alla cieca determinati modelli e teorie, così come disporre di un’esperienza pluriennale sui mercati dei capitali. In base alla nostra esperienza, anche taluni modelli collaudati possono segnalare un’inversione tendenziale che può poi tradursi rapidamente in un movimento in controtendenza. Pertanto è importante mantenere i nervi saldi a cospetto di un andamento altalenante dei mercati dei tassi, evitando di effettuare adeguamenti di portafoglio superflui che finirebbero presumibilmente per penalizzare i rendimenti correnti e generare costi di transazione.  A nostro giudizio, le strategie «absolute return» sono dunque adatte allo scopo di ampliare e stabilizzare portafogli obbligazionari tradizionali. Tali strategie beneficiano in misura particolare di movimenti di mercato di ampia portata, giacché la struttura liquida consente di intervenire in modo rapido e conveniente sotto il profilo dei costi. In questo modo è possibile conseguire rendimenti positivi in scenari sia inflazionistici che deflazionistici.

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