Quanto è bello fare il gestore

UN’INDUSTRIA IN CONTINUA EVOLUZIONE – Il mestiere del gestore è senz’altro affascinante. Decidere come investire sui mercati finanziari implica avere una propria visione su come andrà il mondo da un punto di vista economico e non solo. Si spazia da analisi sugli scenari macroeconomici e sull’andamento delle politiche monetarie e fiscali, per arrivare a previsioni sui tassi di interesse, sugli utili delle aziende quotate in borsa e sui livelli dei tassi di cambio. Le variabili da tenere sotto controllo sono quindi molteplici e gli strumenti finanziari, oggetto di possibile investimento, sono in numero pressoché infinito! Da affascinante, il mestiere del gestore rischia così di diventare anche un po’ frustrante: esisteranno sempre, infatti, portafogli scelti in modo totalmente casuale in grado di produrre un rendimento superiore a quello del portafoglio coscienziosamente costruito dal gestore. A ciò va aggiunto che l’industria finanziaria è in continua evoluzione e sviluppo, con una sovrabbondante produzione di analisi di ogni tipo che da un lato possono supportare il gestore nella sua attività, ma al contempo possono rendere più arduo il suo compito, dovendo cercare di fare un uso ragionevole di questa informazione incalzante. Spesso pertanto si fa riferimento al cosiddetto “consensus”, ossia all’opinione prevalente fra esperti ed operatori di mercato; tuttavia non è detto che il “consensus” abbia sempre ragione o che ce l’abbia a lungo. D’altro canto, i mercati finanziari sono “psicologia collettiva in movimento”, come ha detto un famoso analista indipendente americano, Ned Davis. Vale a dire che per investire sui mercati, oltre a indubbie capacità di analisi di tipo quantitativo – in quanto bisogna assolutamente conoscere quello che si compra – è bene munirsi di una buona capacità di interpretazione dei comportamenti degli operatori, per giocare d’anticipo sul posizionamento delle loro aspettative ed attendere i momenti di particolare euforia o di paura della maggior parte di loro, per operare con “spirito contrario”. Alle volte, più facile a dirsi che a farsi!

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