Schroders: come proteggersi dal rialzo dei tassi con i fondi obbligazionari unconstrained

I FONDI OBBLIGAZIONARI UNCONTRAINED – In una fase di imminente rialzo dei tassi di interesse, come possono fare gli investitori obbligazionari per proteggersi dal rischio di una correzione? Secondo Gareth Isaac, Fund Manager Fixed Income di Schroders, un modo per ridurre tale rischio – o addirittura per trarre vantaggio dalla situazione – è attraverso i fondi obbligazionari unconstrained e la loro gestione attiva della duration del portafoglio. La duration è, infatti, il modo in cui i gestori quantificano l’esposizione del proprio portafoglio obbligazionario ai tassi d’interesse. Misurata in anni, aiuta a determinare quanto del valore del fondo è esposto a un aumento o a una diminuzione dei tassi d’interesse. La logica prevalente vuole chesi eviti di avere troppa duration in portafoglio quando i tassi sono destinati a salire, poiché tassi più elevati incidono negativamente sulle valutazioni dei titoli. In questi casi, infatti, più duration si detiene più si perde.

IN VISTA UN RIALZO DEI TASSI
– “Attualmente l’economia globale ha molti meno venti contrari con cui fare i conti rispetto al 2012, quando l’allora presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, diede avvio al programma di stimolo monetario”, osserva il gestore. “La disoccupazione statunitense è al di sotto della fatidica soglia del 6,5% e le pressioni inflazionistiche stanno aumentando, il tutto mentre il QE volge al termine. La Fed non deve più dipendere da nessuna misura economica per decisioni in termini di tassi, tuttavia ci stiamo certamente avvicinando a una fase di rialzo. Un aumento dei tassi d’interesse generalmente costituisce una cattiva notizia per gli investitori obbligazionari”.

COME TRARRE VANTAGGI
– In un fondo obbligazionario tradizionale, prosegue Isaacs, “l’obiettivo principale del gestore è solitamente quello di sovraperformare il benchmark. L’abilità del fund manager sta nel decidere  se tenere o meno i titoli che compongono tale indice. In generale, il gestore sarà quindi limitato nell’esprimere una view che vada al di fuori di questo contesto. Fondamentalmente, anche se il comparto può detenere meno duration rispetto al benchmark, non può comunque rimuovere del tutto questo rischio. Al contrario, per un fondo obbligazionario unconstrained questo problema non si pone. Il comparto, infatti, può utilizzare un indice ampio, al fine di monitorare i movimenti del portafoglio o la performance, ma può anche non prenderlo in considerazione. In entrambi i casi, l’obiettivo è quello di generare un ritorno assoluto (total return), puntando sulle migliori idee d’investimento del team di gestione, indipendentemente da un benchmark. L’ampia gamma di strategie d’investimento disponibili consente a un gestore unconstrained di allocare – o di ridurre – il rischio in maniera molto più autonoma. Soprattutto, può cambiare il posizionamento della ‘duration’ in misura maggiore rispetto a quanto non possa fare un fondo obbligazionario tradizionale”. Senza benchmark, un fondo obbligazionario unconstrained non solo ha la possibilità di detenere meno duration rispetto a un indice – come accade per i fondi tradizionali – ma può anche essere “corto di duration” in aree specifiche. Così, gli investitori non solo si proteggono da un rialzo dei tassi, ma possono anche trarne vantaggio. Infatti, un gestore obbligazionario unconstrained può vendere l’esposizione ai tassi d’interesse, in modo da trarre profitto da una caduta dei prezzi delle obbligazioni quando i tassi aumentano.

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