Bnp Paribas IP continua a scommettere sulle large cap europee

STRATEGIA SETTIMANALE –Le banche centrali sono state sotto i riflettori e le loro decisioni hanno avuto effetti rilevanti sulle valute, in particolare in Giappone, osserva Laura Tardino, strategist di Bnp Paribas IP, nella strategia settimanale diffusa dal gruppo. L’indebolimento dello yen è stato positivo per la posizione lunga sul dollaro canadese rispetto alla valuta nipponica ed al dollaro neozelandese e pertanto abbiamo rapidamente realizzato i profitti maturati. Inoltre, abbiamo preso i profitti maturati sul sovrappeso nelle azioni USA rispetto a quelle europee, ma abbiamo mantenuto le sovraponderazioni nel comparto azionario internazionale e nel segmento delle obbligazioni societarie in Europa (sia investment-grade che high-yield).

ASSET ALLOCATION, POSIZIONI CORE
– Deteniamo una posizione sovrappesata nel comparto azionario: abbiamo assunto questa posizione nel corso della prima fase della recente correzione dei mercati e l’abbiamo incrementata quando i listini hanno raggiunto il punto minimo. A nostro parere, il ciclo economico globale resta complessivamente negativo, alla luce delle difficoltà incontrate dall’area dell’euro, dal Giappone e dai paesi emergenti a ritrovare slancio.  La politica monetaria è positiva, in particolare per le nuove misure di stimolo varate nella zona euro e in Giappone, ma va sottolineato che a nostro avviso le vendite di settembre ed ottobre sono state eccessive. Rimane invariato il sovrappeso nelle large-cap europee rispetto alle small-cap ed alle obbligazioni societarie europee (sia high-yield che investment-grade). Infine deteniamo posizioni neutre in termini di duration sui titoli obbligazionari di USA e Germania e nei seguenti settori: immobiliare, titoli convertibili, materie prime e liquidità.

ASSET ALLOCATION, POSIZIONI FLESSIBILI MULTI-ASSET  – Abbiamo adottato una posizione lunga sul dollaro canadese rispetto a quello neozelandese, poiché riteniamo che il primo sia sottovalutato rispetto alla moneta della Nuova Zelanda. Abbiamo coperto il rischio valutario della posizione lunga sui titoli di Stato della Norvegia rispetto ai contratti future Bund, poiché la corona ha iniziato a seguire una tendenza sfavorevole per noi. Qualora l’attuale forza dell’economia norvegese dovesse indebolirsi, perderemmo sulla valuta ma guadagneremmo sulle obbligazioni. Dopo l’ulteriore flessione dei corsi petroliferi, abbiamo accentuato la posizione lunga sul greggio a fronte di una pozione ribassista sui metalli industriali. A nostro avviso, infatti, l’attuale debolezza del prezzo del greggio è temporanea, mentre le prospettive per i metalli industriali sono negative.  Sul mercato statunitense, deteniamo una posizione sovrappesata nelle imprese edili, rispetto alle small-cap: questa posizione ha performato positivamente inizialmente, ma il recente indebolimento dei dati relativi agli immobili residenziali ne ha eroso i guadagni. Sovrappesiamo il debito sovrano del Messico denominato in USD rispetto ai titoli decennali USA e una posizione lunga sulle obbligazioni societarie investment-grade europee rispetto ai titoli analoghi USA. Sempre negli Stati Uniti, dal mese di aprile manteniamo una posizione lunga nei contratti swap sull’inflazione a 5 anni. Infine, abbiamo liquidato la posizione lunga sui titoli societari high-yield rispetto a quelli investment-grade, mentre per quanto riguarda il mercato valutario manteniamo una posizione lunga sul peso (Messico) rispetto a sterlina, dollaro australiano e dollaro neozelandese (con la stessa ponderazione).

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