Schroders, il risiko dei mercati (e degli investimenti)

PROSPETTIVE MACRO CON KEITH WADE – La tavola rotonda sugli Stati Uniti ha chiuso la mattinata del primo giorno della International Media Conference di Schroders (qui l’intervista video a Luca Tenani), appuntamento annuale che il gruppo organizza per far incontrare i suoi gestori e i giornalisti provenienti da vari paesi. Il primo a salire sul palco è stato Keith Wade, capo economista, che ha fornito alla platea dei media la sua visione sull’economia globale. Capitolo Stati Uniti. Per Wade, sono il posto giusto in cui essere positivi: i mercati hanno avuto una forte performance e l’occupazione ha inviato alla cabina di pilotaggio segnali rassicuranti, “ma dobbiamo prepararci a qualche vento contrario”. Uno dei temi da monitorare – e che potrebbe avere un peso non secondario nel sostenere questi venti contrari - è il dollaro, che mostra segnali di rafforzamento, con le conseguenze che si possono immaginare sull’export e quindi sull’economia. Wade ha anche detto che a suo avviso il quantitative easing della Federal Reserve non ha causato inflazione, forse anche perché il denaro è rimasto “intrappolato” nel sistema bancario, ma ciò comunque sta cambiando. “Pensiamo che la Fed aumenterà i tassi nel secondo trimestre del prossimo anno”, ha dichiarato Wade.

GLI EMEGENTI VISTI DAGLI SPECIALISTI DI SCHRODERS – Rassicurante la visione sull’economia cinese: secondo Wade, non dovrà affrontare per forza un “atterraggio duro” – il famigerato “hard lending” – ma avrà un paio di anni di crescita debole. E sarà forse per il fatto che l’Europa arranca, ma per il capo economista nella zona euro l’inflazione rimarrà molto bassa. Dopo l’introduzione di Wade, spazio alle tavole rotonde tematiche. Craig Botham, economista specializzato in mercati emergenti, Allan Conway, capo dell’azionario emergente, e Remi Ajewole, multi-asset fund manager, si sono confrontati sulla “crescente influenza dei mercati emergenti”. La domanda che ha dato il via al dibattito è stata: se potessi anticipare i titoli dei giornali per il 2015, cosa scriveresti”? Non è certo facile trovare un punto in comune, perché è vero che la categoria è una – quella degli emergenti, appunto – ma i paesi sono tanti e assai diversi tra loro: la Russia, dove come sempre impera il tema “oil”, Corea e Taiwan, legati al Giappone e dunque in qualche modo esposti alla sua deflazione e all’Abenomics, che forse oggi come oggi non è più così efficace, e l’India, della quale Conway ha detto: è una grande storia, siamo preoccupati che nel breve periodo ma nel medio termine le prospettive sembrano fantastiche”.

FED E DINTORNI – E poi si è tornati, con la seconda tavola rotonda della mattina, sul tema Us. Anche qui, stesso spunto dei titoli dei giornali. Per Andy Chorlton, Us fixed income fund manager, “vedremo un cambiamento della curva dei tassi nel 2015, che rischia di appiattirsi”. Sul fronte azionario è stato Matt Ward, Us equities fund manager, a dire la sua: il suo titolo per il 2015 sarebbe “la forza del dollaro non equivarrà alla fine del mercato azionario statunitense”. Secondo gli esperti di Schroders, si sta prospettando un cambiamento nella correlazione tra dollaro ed equity. Quanto ai settori, il 2015 sarà un anno più interessante per la tecnologia rispetto al 2014. Tutte dichiarazioni che si sono rincorse anche su Twitter, dove le citazioni e i commenti dei giornalisti si sono susseguiti nel segno dell’hashtag #simc14 (qui i tweet di BLUERATING). Nel pomeriggio di giovedì, le sessioni tematiche sull’income e sull’approccio alternativo. Poi, di nuovo Europa. E si riprende venerdì. Ultimo giorno, ma non meno intenso.

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