New Millenium Sicav porterà 13 fondi a Piazza Affari

NEW MILLENIUM QUOTA 13 FONDI – Dopo Pharus Sicav che ha aperto le danze (qui la notizia), anche New Millennium Sicav ha fatto richiesta per portare i suoi fondi a Piazza Affari. La società costituita da Banca Finnat nel 1999, che comprende oggi 14 comparti per oltre 650 milioni di euro di asset, ha infatti inoltrato la domanda di quotazione per 13 dei propri comparti sul nuovo segmento di Borsa Italiana dedicato ai fondi.

L’ITER VERSO LA QUOTAZIONE – La formalizzazione della domanda di ammissione, spiega la società, arriva al termine di un iter avviato oltre un anno fa, quando Borsa Italiana, per la prima volta, diede notizia del progetto di introdurre il nuovo segmento.  In particolare, New Millenium Sicav ha dovuto modificare lo Statuto e costituire una classe di quote dedicata (classe “L”) con caratteristiche compatibili con i requisiti stabiliti da Borsa. L’Autorità di vigilanza lussemburghese (Cssf) ha autorizzato le modifiche al prospetto lo scorso venerdì 28 novembre 2014.

UNA CLASSE DI QUOTE AD HOC – Il pricing della classe “L” è stato determinato prendendo come riferimento le commissioni previste nella corrispondente classe destinata agli Istituzionali e aggiungendo uno spread fisso per tutti i comparti quale remunerazione degli oneri sostenuti per il listing. Ne risultano dunque – per ciascun fondo – commissioni più vantaggiose rispetto alle corrispondenti classe “A” destinate alla distribuzione sui canali tradizionali del collocamento.  L’Intermediario Incaricato per la quotazione dei 13 fondi sarà Banca Finnat, con la quale New Millennium Sicav ha concluso un accordo contrattuale. 

IL COMMENTO DI ALBERTO ALFIERO
– “New Millennium Sicav è stata da subito interessata a questa iniziativa. Si crea per i fondi un ulteriore canale di vendita complementare rispetto alla tradizionale piattaforma distributiva”, ha commentato Alberto Alfiero (nella foto), presidente del cda di New Millennium e vice direttore generale di Banca Finnat. “Il canale del collocamento continuerà a essere giustamente apprezzato da quegli investitori che ricevono una prestazione consulenziale e una effettiva assistenza post vendita: la qualità del servizio ricevuto giustifica il maggior onere commissionale. Coloro però che quel servizio di qualità non lo ricevono, utilizzando la Borsa non ne subiranno il costo”.

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