Cammilli (Pictet): incentiviamo i partecpanti a ragionare in ottica strategica

Si è aperta il 1° aprile la terza e ultima fase del concorso Top Advisor, organizzato da Pictet AM e Fida, che vede due categorie di partecipanti – promotori finanziari e investitori privati – sfidarsi a colpi di investimenti nella gestione di un portafoglio fittizio. Ne abbiamo parlato con Daniele Cammilli, marketing manager di Pictet AM.

Come sta andando la gara, a pochi giorni dall’inizio dell’ultima fase?

Quest’anno la gara è molto avvincente perché dalla partenza di inizio settembre i concorrenti hanno potuto cimentarsi con diverse condizioni di mercato; fasi di maggiore volatilità si sono alternate a periodi molto costruttivi, pertanto è stato possibile mettere effettivamente alla prova la bontà delle scelte allocative iniziali dei partecipanti. La formula del concorso è volutamente penalizzante nei confronti delle movimentazioni di portafoglio proprio per disincentivare i partecipanti a fare movimenti tattici, abituando quindi anche i concorrenti della categoria “privati” a ragionare piuttosto in ottica strategica e di lungo periodo, in linea con le finalità “educative” del concorso.

Su quali asset class si stanno concentrando i concorrenti?

Non avendo a che fare con i risparmi reali, i concorrenti hanno adottato un approccio piuttosto rischioso, privilegiando le asset class azionarie. Dalle statistiche emerge come nei portafogli l’esposizione azionaria media si è mantenuta per tutto il concorso intorno al 60%, con circa il 30-35% di esposizione in obbligazioni, ben al di sopra dunque del profilo dell’investitore medio italiano che tradizionalmente è molto più conservativo, e simile ad una esposizione 70% obbligazioni e 30% azioni. Questo approccio è stato premiante negli ultimi mesi alla luce del buon momento dei corsi azionari. Non è dunque insolito trovare portafogli con performance nell’ordine del 20-25% con volatilità intorno al 10% tra i partecipanti di questi primi sei mesi di gara.

Quali sono le indicazioni di Pictet per i prossimi mesi del 2015?

L’attuale contesto dei mercati finanziari è dominato da due forze contrapposte: il QE della Bce e il prossimo inizio della normalizzazione della Fed. Le decisioni di politica monetaria americana potrebbero creare turbolenze di breve periodo sui mercati emergenti, passate le quali si potrebbe costituire un interessante punto di ingresso su queste asset class. Molte attività finanziarie dei paesi emergenti hanno valutazioni interessanti e addirittura si potrebbe affermare che esistano delle sacche di valore assoluto ormai quasi solo nei mercati emergenti, dato che tutti gli asset dei paesi sviluppati sono oggetto della “repressione finanziaria”. In un momento in cui il consensus degli operatori di mercato è molto focalizzato sull’Europa, la nostra preferenza per il lungo termine va ai fondi azionari con cambio aperto preferibilmente sul mercato asiatico. Questa è la zona più difensiva e con i fondamentali migliori, che dovrebbe beneficiare del processo di riforme avviato in Cina e India. Le valute emergenti inoltre offrono parecchio valore e l’attuale debolezza contribuisce a una buona dinamica degli utili. Ovviamente, bisogna essere pronti a sopportare una certa dose di volatilità. La scelta obbligazionaria ricade sulle obbligazioni dei paesi emergenti in valute locali sempre con focus geografico sull’Asia. Infine per affrontare le possibili turbolenze dovute alle divergenze delle politiche monetarie delle banche centrali, ci piace la flessibilità offerta dal comparto Pictet – Multi Asset Global Opportunities, in cui l’ampia delega tattica di al gestore permette di trovare rendimento anche in un contesto di “repressione finanziaria”.

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