Bnp Paribas IP, la Grecia torna a preoccupare i mercati

NUOVE PREOCCUPAZIONI DALLA GRECIA – A breve la Grecia dovrà rimborsare un prestito di 460 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale, e questa scadenza ha fatto riaffiorare i timori dei mercati, spiega Joost Van Leenders, chief economist Multi Asset Solutions di Bnp Paribas IP. “Il rendimento delle obbligazioni decennali della Grecia è salito oltre il 12% per la prima volta dall’aprile del 2013, tuttavia l’effetto contagio sui titoli dei paesi periferici dell’area dell’euro è molto lieve. La ripresa dell’economia e naturalmente gli acquisti di attivi da parte della Bce stanno frenando i rendimenti obbligazionari (i rendimenti della Germania sono scesi ai minimi storici)”.

RISCHIO CONTENUTO – “Atene al momento sta cercando il sostegno di Russia e Stati Uniti, ma i piani di riforma del governo restano vaghi. Un test più importante arriverà a luglio, quando la Grecia dovrà rimborsare 4,5 miliardi di euro. Gli operatori di mercato potrebbero sottovalutare il problema, ma l’uscita della Grecia dall’Unione Monetaria è ancora possibile. A nostro avviso, il rischio è abbastanza contenuto e pertanto abbiamo mantenuto le posizioni sovrappesate in azioni e obbligazioni societarie ad alto rendimento. Infine, segnaliamo che i mercati azionari dei paesi periferici hanno tenuto bene”.

MERCATI AZIONARI – “I mercati azionari paiono usciti da una fase caratterizzata da un lieve aumento della volatilità, e ciò rappresenta un dato positivo per la nostra posizione sovrappesata in questo segmento. Per una serie di motivazioni tecniche abbiamo costituito questa posizione sui mercati avanzati, e dunque non stiamo traendo beneficio dal rialzo dei listini azionari emergenti, che pare trainato da una correzione delle attese relative all’avvio dell’inasprimento monetario negli Usa”. Il primo rialzo potrebbe provocare delle turbolenze sui mercati emergenti, proprio come successe quando si diffusero le voci di un allentamento quantitativo nell’estate del 2013. L’indebitamento su alcuni mercati emergenti è notevolmente aumentato negli ultimi anni – anche in dollari – e un’impennata dei costi di finanziamento potrebbe essere difficile da sopportare per alcune imprese. Di conseguenza non intendiamo inseguire l’attuale fase di rialzo su questi mercati. A livello geografico, privilegiamo ancora i mercati azionari dei paesi emergenti asiatici rispetto alle altre aree in via di sviluppo, mentre manteniamo le azioni del Regno Unito in posizione sottopesata rispetto agli indici USA.

LE MOSSE DELLA BCE – Nel primo mese del programma di allentamento quantitativo, la Bce è riuscita ad acquistare titoli per 60 miliardi di euro. È interessante notare che la Bce (come le banche centrali nazionali) si è concentrata sui titoli a lunga scadenza degli Stati periferici della zona euro, mentre ha acquistato titoli a scadenza più breve dai paesi forti. Tale orientamento potrebbe essere stato dettato dalla disponibilità dei titoli in vendita. I nostri esperti ritengono che la Bce intenda comprare i titoli a breve prima che i rendimenti scendano sotto il -0,2% ed acquistare più tardi i titoli a lungo termine. Tuttavia non pare assolutamente certo che vi saranno titoli disponibili a sufficienza. Infine, deteniamo una posizione sovrappesata nel segmento delle obbligazioni societarie in Europa, un netto sovrappeso nel settore immobiliare europeo (con un sovraesposizione verso l’immobiliare tedesco rispetto a quello USA) e una posizione sottopesata nel comparto delle materie prime rispetto alle obbligazioni high-yield USA.

POSIZIONI FLESSIBILI MULTI ASSET –
•    sovrappeso nei settori informatico e dei beni di consumo durevoli USA;
•    posizione sovrappesata sul debito senior investment-grade del settore finanziario europeo;
•    valutazione favorevole delle obbligazioni societarie giapponesi;
•    lieve posizione lunga in contratti swap sull’inflazione a 5 anni USA;
•    posizione lunga sul peso messicano rispetto alla sterlina britannica;
•    posizione rialzista sulla rupia indiana rispetto al won della Corea del Sud; posizione lunga sul dollaro USA rispetto al franco svizzero.

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