LO SCENARIO – “Nell’attuale contesto dei mercati finanziari, ci troviamo di fronte a una combinazione di fattori che rende difficile ai risparmiatori fare scelte di investimento razionali e oculate”, osservano gli esperti di Consultinvest. “I mercati azionari hanno registrato performance sostenute negli ultimi anni: non è detto che ora l’equity sia destinato a un’inversione di trend, ma è ragionevole attendersi mercati più difficili da gestire dove la selettività dei titoli, dei settori e delle aree geografiche su cui investire rappresenteranno il fulcro centrale nei prossimi mesi”. Sul fronte obbligazionario invece, “osserviamo una situazione pressoché unica nella storia dell’economica occidentale, dove, a fronte di impieghi, i creditori hanno un segno ‘meno’ sul risultato finale. Molti governativi Europa presentano paradossalmente interessi negativi per gli investitori, e se a questo si aggiungono i costi di transazione per il risparmiatore retail, diventa chiaro che a fronte di obbligazioni sottoscritte si registra una perdita e non un ricavo per chi presta denaro”.
INVESTITORI PIU’ CONSAPEVOLI – In questo scenario, continuano i gestori di Consultinvest, “rileviamo che si è diffusa una sorta di consapevolezza generalizzata: non vi è più quell’asimmetria informativa sulla percezione dei rendimenti attesi da parte dei risparmiatori per cui ognuno è consapevole che i rendimenti sull’obbligazionario sono irrazionali (e non vale la pena impegnarsi a 10-15 anni per scontare al massimo un 1% lordo)”. Ma non solo. “Sta emergendo anche un’ulteriore tendenza: quella di affidarsi ancora di più al risparmio gestito, preferendo fondi di investimento flessibili e gestioni patrimoniali, in cui la delega assume un ruolo centrale”.
L’IMPORTANZA DELLA DELEGA – La storia insegna che, proprio nei momenti caratterizzati da bassi rendimenti, è facile per il risparmiatore commettere errori ‘fatali’ assumendo rischi eccessivi pur di rincorrere qualche decimale in più di rendimento (come accaduto nei casi Parmalat, Cirio e Argentina..). Vi è senza dubbio una resistenza psicologica a disfarsi dei titoli con forti minusvalenza e tale atteggiamento porta ad amplificare sempre più nel tempo le inefficienze dei portafogli. Di fronte a tale situazione generalizzata, il consiglio di Consultinvest è quello di “non vendere tali asset direttamente, ma trasferirli e conferirli in una gestione patrimoniale personalizzata, lasciando al gestore il compito di riassetto e ottimizzazione del rapporto rischio/rendimento”.
DALL’AMMINISTRATO AL GESTITO – “La migrazione dall’amministrato al gestito permette di avvantaggiarsi di strategie ad elevata diversificazione dove il rischio emittente/controparte viene diluito notevolmente, fino a diventare un residuo marginale. Inoltre, attraverso una gestione affidata a professionisti del settore, è sicuramente più facile trarre vantaggio da un approccio flessibile e multi asset, in grado di dare valore aggiunto al risparmio allocato, soprattutto in un momento come quello attuale”.