Consob, sui fondi pensione c’è scarsa educazione finanziaria

FONDI PENSIONE – Lo scarso livello di educazione finanziaria degli italiani è una delle cause “non solo del mancato sviluppo del settore dei fondi pensione, ma anche del basso utilizzo dei servizi di investimento a più alto valore aggiunto”. Lo ha detto il commissario Consob Anna Genovese in audizione davanti alla Commissione parlamentare di controllo sulla previdenza. Il basso utilizzo – ha evidenziato – emerge dal fatto che gran parte della ricchezza delle famiglie continua a essere investita in depositi e risparmio postale, ben oltre il 45%, mentre l’investimento in prodotti del risparmio gestito si colloca attorno al 16% delle risorse finanziarie complessive

FORMAZIONE ED EDUCAZIONE FINANZIARIA
– Non solo. Una maggiore formazione dei professionisti e un più ampio impegno sull’educazione finanziaria degli investitori “possono contribuire non poco a ridurre i rischi di una impropria (non corretta o improduttiva o imprudente) gestione del risparmio previdenziale”. Su questi fronti, ha sottolineato ancora Genovese, “la Consob è impegnata attivamente con molteplici progetti e con diversi soggetti istituzionali. Il rafforzamento dell’educazione finanziaria anche in tema di previdenza rappresenta, del resto, una condizione necessaria anche per lo sviluppo del settore dei fondi pensione e, per tale via, di un sistema pensionistico maggiormente equilibrato e sostenibile”.

CONSULENZA INDIPENDENTE – Accanto all’educazione finanziaria, ha continuato il commissario Consob, “assume rilevanza anche un maggior sviluppo della consulenza indipendente, autorevole e professionale, e come tale anche percepita, poiché permetterebbe di superare la diffidenza che ancora permane verso forme pensionistiche private. Diffidenza connessa, il più delle volte, alla mancanza di strumenti a disposizione dei potenziali aderenti per valutare l’adeguatezza di tali soluzioni al proprio obiettivo previdenziale”.

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