Pioneer, l’obbligazionario dei Paesi emergenti tornerà a galoppare

TRA GLI EMERGENTI, OCCHI PUNTATI SUL BRASILE -  La prima parte dell’anno ha registrato un progresso delle quotazioni dei mercati obbligazionari dei paesi Emergenti che si sono scrollati di dosso un avvio ancora incerto, sulla scia dei timori generati sul finire del 2014 dal calo del prezzo del petrolio e dalle attese sull’evoluzione in senso restrittivo della politica monetaria della Federal Reserve. I recuperi più marcati si sono osservati sui paesi più sofferenti nel recente passato come Russia e Brasile. A livello di emittenti, il mercato del credito ha sovraperformato il debito sovrano con una preferenza da parte degli investitori per gli emittenti high yield. A livello di singoli paesi, le situazioni geopolitiche più critiche sembrano essersi stabilizzate. In Brasile, il colosso petrolifero Petrobras ha finalmente diffuso i suoi risultati finanziari, certificati dai revisori, rendendo noto l’impatto economico dello scandalo di corruzione in cui è rimasta coinvolta ed eliminando l’incertezza e la paura di una insolvenza. Il Governo brasiliano ha anche mosso i primi passi verso l’aggiustamento fiscale, approvando tagli alla spesa (infrastrutture e istruzione), limitazioni all’accesso ai benefit sociali e interventi sulle pensioni. La Russia, grazie alla mediazione di Germania e Francia, ha firmato con l’Ucraina l’accordo di Minsk2, che ha segnato una tregua, un passo avanti nel percorso di pace tra i due paesi, preludio ad azioni più concrete. Lo spread si è ristretto di conseguenza.

ATTENZIONE SUL PETROLIO – Dopo mesi di forti cali dei prezzi, il greggio ha iniziato a risalire da metà gennaio, migliorando le prospettive economiche di paesi come Venezuela, Russia, Nigeria, Ecuador e Colombia che, dipendendo dalle esportazioni di petrolio per la maggior parte delle loro entrate fiscali, non sarebbero stati in grado di sostenere a lungo un prezzo della materia prima vicino ai 40 dollari al barile. Il prezzo del petrolio pur allontanandosi dai minimi, è rimasto comunque nell’intorno di 50-60 dollari al barile, consentendo ai paesi emergenti importatori come Cina, India, Turchia di beneficiare di un minor costo dell’energia con effetti positivi sulla loro bilancia dei pagamenti. Il contesto disinflazionistico globale, alimentato da una crescita scarsa e dal basso prezzo del petrolio, ha offerto alle banche centrali locali una maggiore flessibilità di politica monetaria. Da inizio anno circa 25 banche centrali hanno adottato politiche di allentamento delle condizioni monetarie.  Questa prima parte del 2015 ha quindi evidenziato un’evoluzione positiva dello scenario a supporto dei mercati del debito emergente, senza peraltro eliminare gli elementi di incertezza (crescita economica modesta e non omogenea, focolai di rischio politico, possibile apprezzamento del dollaro) che potrebbero incidere sulla propensione al rischio degli investitori. La volatilità è dunque destinata a rimanere una costante dell’investimento in questa asset class.

LE PREVISIONI DI PIONEER – Nell’attuale contesto di mercato, il team di gestione specializzato sul debito emergente di Pioneer Investments ritiene le obbligazioni societarie high yield dei paesi Emergenti particolarmente interessanti. Secondo le valutazioni degli analisti del credito, le obbligazioni corporate emergenti offrono spread molto elevati, che scontano un rischio insolvenza ritenuto troppo alto e poco coerente con i solidi fondamentali di molte aziende emittenti. In tale segmento la leva finanziaria è mediamente sotto controllo e su livelli inferiori a quelli delle aziende high yield Usa. Ciò è confermato anche dai tassi di default tra gli high yield emergenti, che continuano a rimanere molto bassi, pur se attesi dagli analisti in leggero aumento nel corso del 2015. Il team di gestione mantiene quindi una view costruttiva sul credito emergente seppure accompagnata da una forte selettività poiché non tutto il mercato offre, a fronte di quotazioni a buon mercato, fondamentali interessanti.

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