Politiche monetarie giuste. Mercati sempre più stabili

di Federico Mosca*

Il 2016 è stato un anno denso di eventi che hanno determinato nuovi equilibri e influenzato l’andamento delle valute estere: parliamo in primis delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e del referendum sulla Brexit. Per la seconda parte del 2017 ci aspettiamo una evoluzione degli eventi e dei fondamentali più ordinata: la crescita a livello globale sta accelerando mentre l’inflazione rimane al momento contenuta. Questo scenario dovrebbe garantire una divergenza contenuta delle politiche monetarie e quindi minor volatilità sul mercato.

Guardando la dinamica dell’euro contro il dollaro, a inizio anno il tasso di cambio rifletteva una serie di fattori favorevoli al dollaro che manteneva quotazioni vicine ai massimi degli ultimi anni: l’economia americana, a differenza di quella europea, era vicina alla piena occupazione; le aspettative di uno stimolo fiscale erano alte e, a poca distanza dalla Brexit, erano elevate le preoccupazioni per le elezioni francesi. L’evoluzione degli eventi è stata poi più favorevole per l’euro: la nuova amministrazione statunitense non è riuscita finora a confermare le aspettative sul fronte fiscale e sebbene il tasso di disoccupazione sia sceso ancora, l’inflazione ha stentato ad accelerare in maniera convincente. Al contempo le elezioni francesi hanno dato un risultato che pone le condizioni per una maggior collaborazione tra Francia e Germania e per un rilancio su basi più solide del progetto europeo. Il dollaro ha perso terreno contro l’euro, mantenendosi comunque all’interno del range in auge ormai dal 2015. Per l’andamento del cambio euro-sterlina la Brexit è stata una decisione che molto probabilmente rappresenterà per l’economia del Regno Unito uno shock negativo persistente. L’economia inglese avrà bisogno di un quadro normativo certo per adeguarsi al nuovo regime, ma il processo di rinegoziazione degli accordi commerciali sarà lungo e l’incertezza rimarrà elevata.

In questo quadro è lecito attendersi debolezza per la sterlina, ma oggi dopo la profonda correzione delle quotazioni nell’anno passato e una nuova tornata elettorale che ha ulteriormente indebolito gli equilibri politici interni, le quotazioni non sono lontane dalla media osservata nell’ultimo trimestre dello scorso anno. La dinamica del tasso di cambio euro-yen sta infine riflettendo gli effetti del nuovo regime di politica monetaria adottato dalle autorità nipponiche. Occorrerà ancora del tempo all’economia giapponese per generare un tasso di crescita dell’inflazione coerente con il target e il nuovo regime di politica monetaria prevede tassi d’interesse negativi a breve termine e un tetto esplicito ai rendimenti dei titoli di stato a lungo termine. Questo schema assicurerà uno stimolo monetario efficace e indipendente dagli shock esterni. Dall’introduzione delle nuove politiche lo yen è su una traiettoria di ordinato deprezzamento che riflette il progressivo consolidamento della ripresa globale e l’ampliamento del differenziale dei tassi a lunga.

*Head of Absolute Return di Arca Fondi Sgr

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