Oddo AM: dove investire nei prossimi mesi (proteggendosi dalla Grecia)

DOVE INVESTIRE NEL RESTO DEL 2015 – Azionario europeo (con particolare attenzione al comparto bancario) e giapponese, bond convertibili e corporate bond high yield europei e Usa, oltre a debito sovrano dei paesi europei periferici. Sono queste le indicazioni di Oddo Asset Management per il secondo semestre di quest’anno, come ha spiegato Laurent Denize, co-cio della società francese, nel corso degli investor days 2015 in corso a Parigi. Da evitare invece per il momento i corporate bond dei mercati emergenti, debito sovrano Usa e fondi monetari. 

 
SCENARI – “Il mondo è sulla via della ripresa, con la zona euro che sta crescendo oltre le attese”, ha osservato Denize. Per i prossimi mesi, “il nostro scenario base prevede una crescita moderata a livello globale con una differenziazione del ciclo economico. Ma iniziano a prendere piede altre ipotesi, come un rimbalzo dell’inflazione – a cui attualmente Oddo AM assegna una probabilità del 35% – con un aumento del prezzo del petrolio e un rapido incremento dei rendimenti del debito sovrano, o una crescita inferiore alle attese – vista al 15% – che potrebbe essere dettata da un rallentamento degli Usa o della Cina o da un mancato successo dell’Abenomics in Giappone”.
 
GRECIA – Quanto al tema che sta catalizzando l’attenzione dei mercati europei e mondiali, quello della crisi greca, “il livello di rischio contagio è molto diverso – e molto inferiore – rispetto a quanto avvenuto nel 2012, quando pure si era realmente paventata un’uscita del paese ellenico dalla zona euro”. A parlare in questo caso è Bruno Cavalier, chief economist di Oddo & Cie, che spiega: “la Grecia è stata sicuramente vittima di una eccessiva austerità fiscale, ma questo non basta a spiegarne la crisi: altri Paesi hanno ricevuto lo stesso trattamento, ma sono riusciti ad avviarsi sul sentiero della ripresa. Il vero problema di Atene è la competitività: la sua economia, pur essendo piccola, risulta poco aperta al mondo e all’economia internazionale”. Tornando al rischio contagio però, ha proseguito Cavalier, oggi rispetto a tre anni fa molte cose sono cambiate. “A partire dall’esposizione del settore privato alla Grecia, che è nettamente calato, fino ad arrivare al posizionamento di Atene rispetto agli altri Paesi periferici dell’area euro: nel 2012 erano tutti in condizioni simili, mentre oggi la nazione più debole dopo la Grecia, il Portogallo, si trova in una situazione decisamente migliore”. Senza contare l’intervento della Bce che, ha concluso Cavalier, “dispone secondo noi di cartucce sufficienti per bloccare l’effetto contagio di un’eventuale Grexit”. Per il momento comunque non resta che aspettare: “le cose evolvono con una tale rapidità che prevedere un esito è semplicemente impossibile”.

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