Bnp Paribas IP, Pechino sostiene i mercati azionari

ZONA EURO: LA FIDUCIA TIENE – “Malgrado i drammatici sviluppi della situazione in Grecia, l’Economic Sentiment Indicator, il principale indicatore prospettico per l’area dell’euro, ha tenuto abbastanza bene”, osserva Joost Van Leenders (nella foto), chief economist multi asset solutions di Bnp Paribas IP. “Questo indice è rimasto sostanzialmente stabile dal mese di marzo, oscillando attorno ad un livello che segnala un ulteriore miglioramento del tasso di crescita annuo del PIL, ma solo una lieve accelerazione dell’incremento su base trimestrale (0,4%). Com’era facilmente prevedibile, il clima di fiducia è crollato in Grecia, mentre ha registrato un notevole miglioramento in Italia, Spagna e Portogallo nell’arco degli ultimi tre mesi. La recente evoluzione della situazione monetaria nell’area dell’euro è stata positiva: infatti, la crescita della massa monetaria ha accelerato dopo l’avvivo degli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce all’inizio dell’anno. Il tasso di crescita annuo del credito bancario verso il settore privato è stato positivo nei mesi di marzo, aprile e maggio, ponendo fine ad una serie di tassi negativi che si protraeva da tre anni, e ciò dovrebbe allentare il freno del ciclo creditizio sulla crescita”.
 
USA: MIGLIORA LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI – “Gli ultimi dati confermano che le famiglie stanno cominciando a beneficiare dei fattori positivi che potrebbero favorire i consumi: miglioramento dell’occupazione, del mercato della casa e degli indici azionari. Il miglioramento della fiducia dei consumatori fa ben sperare per le vendite al dettaglio, che rappresentano un’ampia componente del PIL. I contratti preliminari per l’acquisto di abitazioni sono saliti al livello più elevato dall’aprile del 2006, ed al contempo un incremento graduale e costante delle quotazioni immobiliari rappresenta il miglior andamento possibile per il mercato della casa e l’economia nel suo insieme.  I nostri esperti ritengono che la Federal Reserve osserverà da vicino gli sviluppi della situazione in Grecia, ma solo l’eventuale uscita di Atene dall’area dell’euro potrebbe incidere in misura rilevante sulle politiche monetarie USA. Per il momento, pare ancora molto probabile che la banca centrale statunitense aumenterà i tassi di riferimento a settembre”.

ASIA: DATI IN CHIAROSCURO – “Sul fronte delle sorprese positive, c’è da segnalare l’incremento dei salari nominali in Giappone, favorito dal miglioramento del mercato del lavoro. L’indagine trimestrale Tankan – condotta dalla Banca del Giappone per misurare la fiducia delle aziende – ha mostrato un miglioramento del clima di mercato nel segmento delle grandi imprese manifatturiere e invece un peggioramento nel settore delle piccole imprese. Tra i dati meno positivi spicca la flessione dei salari reali, ma il recente calo dell’inflazione indica che le retribuzioni nominali e il reddito reale dovrebbero convergere in tempi brevi”.

ASSET ALLOCATION – “Nel corso del periodo in esame, i rialzi registrati la scorsa settimana dalle azioni europee e dai rendimenti obbligazionari sono prontamente rientrati in un contesto condizionato dalla crisi greca. Tuttavia non abbiamo modificato la posizione neutra nel comparto azionario sia a livello globale che in Europa, né il sovrappeso nel segmento delle obbligazioni societarie high-yield, giustificato dai buoni fondamentali delle imprese e dal carry favorevole. Il portafoglio è sopraesposto sulle small-cap rispetto alle imprese ad ampia capitalizzazione, e dunque siamo esposti ai rischi legati alla situazione europea ma beneficiamo di una certa protezione grazie alla posizione short in euro rispetto al dollaro USA”.

PECHINO SOSTIENE I MERCATI AZIONARI – “In Cina i mercati azionari hanno registrato notevoli oscillazioni negli ultimi tempi. Le autorità di Pechino paiono incoraggiare gli investimenti azionari per favorire il finanziamento delle imprese nel momento in cui l’espansione del credito pare aver raggiunto il limite massimo. La debolezza del mercato dell’edilizia residenziale e la stretta sui cosiddetti wealth management products (prodotti strutturati non regolati che consentivano alle banche di offrire interessi più elevati) fa sì che adesso gli immobili rappresentino per le famiglie il solo bene disponibile su cui indirizzare i risparmi oltre ai conti bancari. Tuttavia quando l’ente cinese che vigila sulle borse è intervenuto sul margin trading – ovvero sul ricorso al debito sui mercati azionari – i listini hanno subito una rapida flessione. Le autorità hanno reagito con un’iniezione di liquidità, tagliando i tassi d’interesse e gli obblighi di riserva delle banche. Queste mosse indicano che il governo cinese non vede di buon occhio gli ultimi sviluppi, confermando l’impressione di voler sostenere il mercato azionario. Malgrado le prospettive economiche negative, abbiamo deciso di non passare in posizione sottopesata sugli indici azionari dei paesi emergenti, in particolare tenendo conto dei multipli di mercato interessanti rispetto ad altre aree, ma privilegiamo gli investimenti nei paesi asiatici che offrono quotazioni interessanti e imprese di qualità. Infatti, i profitti societari nei paesi emergenti asiatici tengono il passo di quelli registrati dalle aziende nelle aree industrializzate, le politiche fiscali sono più favorevoli e i nostri analisti sono convinti dell’efficacia delle riforme introdotte dai governi locali. Tra i fattori di breve periodo cui ricondurre la sovraesposizione verso i paesi emergenti dell’Asia segnaliamo anche la sfiducia prevalente tra gli investitori verso questi mercati e il deflusso di capitali dai listini azionari della Cina”.

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