GAM: il punto su Cina, India e Giappone per la seconda parte dell’anno

RIFORME IN CINA – Mentre in Europa arriva il sì del Parlamento greco all’accordo per il prestito in Asia gli occhi sono puntati sulla svalutazione dello yuan in Cina. Ma, puntualizza Michael Lai, Investment Director di GAM, “mentre alla ribalta della cronaca è finito lo scivolone del mercato azionario cinese, va ricordato che la storia di lungo periodo del Paese si basa sulle riforme. Gli interventi del Governo, nonostante scelte politiche di breve termine sbagliate, come quelle che hanno provocato il sell-off di luglio sui mercati, testimoniano il desiderio cinese di implementare le riforme finanziarie e strutturali per dare una spinta alla crescita di lungo periodo. Tali riforme si stano realizzando a un ritmo molto più sostenuto rispetto alle previsioni di molti”.

TITOLI DI IMPRESE
– Non solo Cina. In India, dove ci sono oltre 6.000 società quotate all’interno di numerosi settori, spiega Madhav Bhaktuly, New Horizon, “crediamo che i tassi di penetrazione pro capite e per famiglia bassi in molte categorie e settori offrano un’occasione straordinaria per comprare titoli di imprese, in grado di generare valore nel lungo periodo. Tali guadagni di lungo periodo, tuttavia, sono disponibili solo per gli investitori disposti a tralasciare la prospettiva di breve periodo, sia in caso di precipitazioni monsoniche, che di aumenti dei tassi d’interesse che di questioni politiche”.

UTILI SOCETARI AI MASSIMI STORICI – Infine il Giappone. “Le aziende nipponiche”, evidenzia Ernst Glanzmann, Investment Director di GAM, “dovrebbero trarre vantaggio dal fatto che l’economia globale riprenderà ad accelerare guidata dagli Stati Uniti e da prezzi delle materie prime costantemente favorevoli. Inoltre, la combinazione tra un miglioramento dei dati macroeconomici interni e un incremento dei consumi – sostenuto da livelli record del turismo in entrata, da salari più elevati e da maggiori spese per investimenti – potrebbe spingere gli utili societari verso nuovi massimi storici. In tale scenario, il mercato azionario giapponese rimane uno dei nostri investimenti preferiti”.

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