Consultinvest, tre pilastri su cui fondare l’asset allocation di domani

LA CINA – Da circa un decennio la Cina – insieme ad altri ‘colossi’ emergenti – è tra i fattori di base nella definizione di un’asset allocation strategica nell’ambito della costruzione di portafogli. Ma secondo gli esperti di Consultinvest la situazione è destinata a cambiare, dal momento che “la filosofia cinese e di altri paesi emergenti in campo industriale\manifatturiero  – basato su bassi costi e bassa qualità – sarà sempre meno competitivo e interessante in termini di business”.

COME CAMBIA LA DOMANDA – Già da qualche trimestre, spiegano gli esperti, “ci stiamo concentrando sulle strategie di allocazione di lungo termine, tenendo conto soprattutto di come è  e come sta cambiando l’architettura mondiale della domanda da parte dei  consumatori. Pensiamo alla new generation nata nell’era digitale, che oggi compra abitualmente online prodotti, servizi e viaggi. Pensiamo inoltre alla generazione precedente, all’invecchiamento della popolazione mondiale nei paesi sviluppati e come questa impatti sui settori e sulla domanda di nuovi beni e servizi”.   “Nel 2000 parlare di e-commerce era una moda che ha dato poi luogo ad una bolla finanziaria. Ma a distanza di 15 anni,  il mondo è notevolmente cambiato: le aziende hanno imparato  a gestire la logistica, a razionalizzare i costi, ad ottimizzare i processi, a migliorare notevolmente gli utili, con enormi benefici in termini di aumento della produttività grazie all’innovazione tecnologica; le stesse società che forniscono servizi per l’e-commerce hanno strutturato molto bene le politiche di pricing: pensiamo al mondo delle prenotazioni online nel mondo viaggi, ai siti che forniscono inserzioni a pagamento”.

LA RIVOLUZIONE DIGITALE  – “Purtroppo, l’esperienza ci ha sempre insegnato che l’industria del risparmio gestito arriva ad offrire soluzioni di investimento e strategie di asset vincenti con forte ritardo rispetto ai cicli dell’economia reale: basta chiedersi come mai oggi, nonostante l’esplosione del digitale e dell’e-commerce, nessuna grande casa di investimento focalizzi la comunicazione su questi temi. Forse perché i risparmiatori sono ancora traumatizzati dalle perdite subite nella bolla del 2000”.

EUROPA – “La risposta secondo noi sta nel fatto che è sicuramente più facile ‘piazzare’ un prodotto multi-asset che un fondo tecnologico. Noi stessi siamo sempre stati restii ad offrire prodotti settoriali e tematici, in quanto riteniamo che la selezione dei settori\business\aziende più promettenti spetti ai gestori che seguono dei trend macro su cui innestano le proprie strategie di allocazione.
In un’ottica geografica  di medio termine, siamo convinti che l’Europa possa avere maggiori opportunità in quanto processi di consolidamento, operazioni di M&A in campo finanziario e delle telecomunicazioni possono dare numerosi stimoli al mercato”.

I PILASTRI DELL’ASSET ALLOCATION – “Quello che ci preme mettere in evidenza è la visione di lungo termine che un gestore deve avere in questo particolare momento storico: come cambia l’architettura della domanda mondiale, come cambiano i processi produttivi grazie all’innovazione tecnologica e quanto è cruciale la logistica e la strategia di distribuzione. Questi sono i pilastri su cui ragionare e fondare le asset allocation strategiche del domani”.
 

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