L’arte moderna e contemporanea, un investimento che non conosce crisi

Il settore arte moderna e contemporanea è quello che ha una maggiore vitalità e reattività e da tempo rappresenta un bene verso il quale significative risorse economiche vengono indirizzate come investimento, sia per consolidare patrimoni sia per finalità speculative. Molte sono le fondazioni private che hanno costituito importanti collezioni, sia per valore che per quantità di opere acquisite, e l’accrescimento delle stesse continua. I musei sono soggetti acquirenti che muovono una rilevante fetta del mercato. Altresì le società e soggetti privati vedono nelle collezioni un asset strategico importante per l’azienda. Il collezionismo privato, con soggetti nuovi, non rimane solo a guardare. Pertanto possiamo dire che il mercato gode di buona salute. Tant’è che i report del 2015 hanno posto in evidenza un importante growth up globale.

GLOBALIZZAZIONE – “La globalizzazione ha violentemente rimescolato le carte, facendo nascere spazi di mercato nuovi sia per quanto riguarda i prodotti sia per quanto riguarda i soggetti che occupano i nuovi “territori”. Queste le parole di Pietro Elia, art advisor. Importanti ampliamenti del mercato dell’arte sono determinati da nuovi ricchi dei paesi emergenti e contemporaneamente si sono ristretti i soggetti della classe media e istituzionale dei mercati tradizionali. In sostanza, i soldi sono passati in mani diverse e queste spendono con occhi e interessi diversi. “Molte di queste mani hanno accumulato ingenti ricchezze ed alcune ne possiedono di stratosferiche e operano nel mercato con un’energia che diventa quasi violenza sulle dinamiche che dovrebbero fare da guida. Ad esempio, il potere d’acquisto di soggetti come personaggi dello star system è già molto alto e le cifre spese elevate, ma le loro operazioni rimangono confinate a collezioni “limitate”; altro discorso per i soggetti che hanno un potere economico tale da dare al loro collezionismo una dimensione museal-industriale”.

NUOVE PROPOSTE – Questi ultimi sono grandi capitalisti o ad esempio gestori di fondi sovrani: basti pensare alle acquisizioni della fondazione Prada o al magnate messicano Slim o al fondo sovrano del Qatar. “Le cifre che questi soggetti pagano sono a dir poco iperboliche e creano un effetto di trascinamento sui valori del mercato in generale. Pertanto i prezzi delle opere hanno avuto una propensione all’incremento, e ciò è avvenuto ovunque”. Facendo il punto sull’oggi, il mercato premia una fascia di “nuove proposte” con artisti di età giovane o relativamente giovane. Oggi un prodotto artistico raggiunge i gangli del mercato molto rapidamente. E il mercato premia questo segmento nel breve termine. “Ovviamente più il livello di quotazione si abbassa e più sarà difficile ottenere dei risultati eclatanti, in quanto l’offerta “di prodotto” aumenta esponenzialmente. Il mercato impone le sue logiche ed i suoi numeri rimanendo, comunque, sostanzialmente liquido. E questo incoraggia”, prosegue Elia.

MOVIMENTI ARTISTICI – Nel rimescolamento generale possiamo osservare il mutato interesse degli investitori e collezionisti in merito ad alcuni movimenti artistici o artisti in particolare. Questo cambio coinvolge, per quanto riguarda il contemporaneo, molta parte dell’arte degli ultimi decenni. “Ad esempio, i movimenti neoespressionisti in genere non hanno retto nel tempo l’interesse che avevano suscitato negli anni ‘80 e ‘90. Lo stesso si può dire di alcune correnti legate ai media tecnologici, ad esempio i video, che rimangono relegati ad un mercato ristretto. Purtroppo per gli artisti il mercato tende a rinnovarsi costantemente proponendo continuamente novità e questo sposta il cono di luce. Pertanto un investitore con caratteristiche di speculatore deve operare anch’egli con rapidità ed essere attento ai cambiamenti”, spiega Elia. Diverso è il discorso per coloro i quali investono sul lungo periodo o che si dedicano a collezioni tematiche.

LA SITUAZIONE DEL MERCATO – A valle di queste considerazioni la situazione del mercato dovrebbe incoraggiare all’ottimismo. Certo la consapevolezza e una coinvolta partecipazione sono buone compagne d’affari. “L’arte non è solo prodotto inerte, non è una commodity. La partecipazione emotiva del singolo è uno strumento ed un valore che vanno considerati e incentivati”. Al di là delle operazioni mirabolanti che alcuni soggetti fortunati possono compiere con transazioni milionarie si può pensare a trarre soddisfazione, senza sentirsi sminuiti, con azioni di dimensione minore. “Si possono avere dei riscontri positivi anche investendo 100.000 euro e mettersi a seguire l’investimento con il dovuto interesse. L’arte moderna e contemporanea è il segmento di mercato che dà le maggiori soddisfazioni nel medio periodo, le possibilità sono molte e le eventuali scelte sono soggettive: l’arte non è una commodity, appunto”, conclude Elia. L’investitore non deve operare in solitudine ma deve affidarsi ai suggerimenti e consigli di un advisor. Così il percorso si farà più interessante.

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