Maione (Investec AM): “Pir? No grazie”

Investec Asset Management ha siglato un accordo di distribuzione con FinecoBank, che prevede il collocamento di 5 fra i suoi principali fondi di diritto lussemburghese distribuiti in Italia. Con quest’ultima intesa, che va ad aggiungersi a quelli recentemente conclusi, Investec Asset Management compie un altro passo in avanti nell’offrire agli investitori italiani la propria gamma di prodotti sempre più completa. “Siamo lieti di aver siglato questa partnership con FinecoBank”, commenta Gianluca Maione (nella foto), Country Head Italia di Investec Asset Management, “grazie alla quale possiamo consolidare ancora di più la nostra presenza nei canali distributivi in Italia e offrire a una clientela sempre più ampia alcune fra le nostre più apprezzate strategie di investimento”.

Quali le prossime mosse del gruppo?
Nell’arco di un mese, abbiamo siglato due partnership in Italia, una con Banca Generali e una con FinecoBank, per la distribuzione delle nostre soluzioni di investimento. Sempre nel mese di giugno abbiamo anche ottenuto da Ersel un mandato per la gestione di un fondo azionario europeo, il Globersel Investec Europe, che premia la nostra esperienza e il nostro approccio all’investimento nel settore. Tutte queste novità sottolineano come la società stia assumendo un ruolo e una posizione sempre più di rilievo sul mercato italiano e conferma i grandi passi avanti fatti dal 2014, quando abbiamo iniziato le nostre attività in Italia.

Quale il segreto?
In un mercato tanto importante, per poterci distinguere dobbiamo puntare sulle nostre peculiarità e sui tratti che caratterizzano la nostra identità e offerta. L’obiettivo principale che ci poniamo per l’immediato futuro, e che già stiamo attuando, è quindi questo: rafforzare la percezione di Investec AM per quello che è realmente, una fra le poche società di gestione del risparmio nate in un Paese Emergente e cresciuta fino a diventare un player globale. Qui, nel nostro percorso e nella nostra esperienza pressoché unici, sta la leva per continuare a crescere e a rafforzarsi in Italia.

Parliamo di investimenti: quali sono secondo voi le soluzioni migliori per questo periodo?
Per costruire portafogli resilienti e performanti è indispensabile diversificare le scelte di investimento. Uno fra i nostri prodotti di punta è l’Investec Global Multi Asset Income, che si propone come sostituto dell’investimento obbligazionario in un’epoca di tassi zero (a volte negativi). Continuiamo a ricercare opportunità di investimento anche nel settore azionario, sia globale che a livello europeo. In questi ambiti, due strategie di eccellenza sono rispettivamente l’Investec Global Franchise e l’Investec European Equity. Quest’ultimo, in particolare, viene gestito attraverso un metodo innovativo, che denominiamo 4Factor, e che, a partire da un’analisi bottom-up e da uno studio approfondito di 4 fattori specifici, ritenuti decisivi per un investimento, individua i titoli delle aziende di maggiore qualità e con valutazioni attraenti.

Visto che arrivate da un Paese emergente: quali le prospettive per quest’area?
Pur trovandoci in uno scenario di rendimenti contenuti, rileviamo opportunità interessanti anche nei mercati emergenti. Guardando in particolare al settore obbligazionario proponiamo l’Investec Emerging Markets Corporate Debt, fra le strategie più legate alla nostra identità e al nostro DNA originario e quindi più peculiari della nostra gestione.

Fenomeno Pir: avete in mente di buttarvi anche voi nella mischia?
Alla luce del contesto delineatosi, parte del settore del risparmio gestito sarà dominato da un sempre più ridotto numero di operatori di dimensioni sempre maggiori, con offerta standardizzata e ulteriore focus su soluzioni passive. Non c’è spazio, dunque, per investment managers attivi di medie dimensioni come Investec AM. Pertanto, dovremo comportarci da specialisti e giustificare la nostra esistenza sul mercato offrendo reale valore aggiunto ai nostri clienti. In questo contesto, ha poco senso per noi pensare di seguire una moda e lanciare prodotti che investono nelle small cap italiane. Al contrario, continueremo a concentrarci sulle asset class nelle quali siamo davvero specialisti e in cui rappresentiamo un’eccellenza.

Quali sono le vostre previsioni di mercato da qui a fine anno?
A inizio anno, le previsioni di consensus favorivano complessivamente le azioni e i mercati hanno confermato questa visione. Altre aspettative diffuse sono state invece deluse. La Federal Reserve statunitense ha effettivamente innalzato i tassi d’interesse ufficiali per due volte, ma la congiuntura favorevole all’inasprimento pronosticata da molti osservatori non si è materializzata come previsto. La maggior parte dei mercati obbligazionari ha di fatto registrato un rally e i rendimenti generati da posizioni nel segmento a lungo termine del mercato sovrano statunitense hanno ancora una volta colto di sorpresa chi aveva una visione ribassista sui tassi d’interesse, dato che la curva si è appiattita. Nei mercati azionari dei paesi sviluppati, i titoli di qualità hanno registrato un rialzo mentre sono arretrati i settori value ciclici. Pur prevedendo che la crescita globale rimanga complessivamente positiva, siamo consapevoli che le valutazioni sono eccessive, il posizionamento degli investitori è meno favorevole e il tono delle banche centrali più aggressivo. Nel complesso, il contesto continua a supportare una modesta esposizione sovrappeso per gli asset di tipo growth, come ad esempio i mercati azionari, creditizi ed emergenti. Continuiamo a preferire i titoli azionari a quelli creditizi, con margini per un’ulteriore ripresa dei titoli value e di quelli finanziari.

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