Bnp Paribas IP: mercati globali ancora nervosi

NERVOSISMO SUI MERCATI – I mercati finanziari hanno continuato a mostrare un certo nervosismo questa settimana, riconducibile sia alle titubanze della Federal Reserve riguardo alla scelta dei tempi di avvio dell’inasprimento monetario sia al rallentamento della crescita economica della Cina. I multipli di mercato delle azioni a livello globale – spiega Joost van Leenders, chief economist del team multi asset strategy di Bnp Paribas Investment Partners – sono scesi e i rendimenti dei Treasury USA a scadenza decennale hanno seguito un andamento analogo. Malgrado le perdite subite, abbiamo deciso di mantenere la ponderazione neutra nel comparto azionario, e pertanto l’asset allocation è rimasta invariata.

POSIZIONI CORE – Malgrado il recente miglioramento, l’indicatore sviluppato dai nostri esperti segnala ancora che ci troviamo in un contesto di mercato in cui prevale l’avversione al rischio: l’indicatore, infatti, mostra che gran parte degli investitori detiene posizioni sottoponderate e che il clima di mercato è negativo. Il segnale di un’inversione di tendenza potrebbe essere in arrivo, ma non abbiamo ancora individuato un fattore convincente in grado di far scattare una rialzo dei mercati. Gli investitori più prudenti potrebbero tornare a comprare al traino dei gestori che sono alla ricerca di titoli svalutati oppure dopo una diminuzione della volatilità. Tuttavia per il momento confermiamo la ponderazione neutra sui mercati azionari.  Nell’ambito del comparto azionario, preferiamo puntare sui titoli dei paesi emergenti che presentano multipli interessanti, attraverso una sovraesposizione verso i paesi asiatici rispetto all’indice complessivo degli altri mercati in via di sviluppo. A nostro avviso, infatti, l’Asia offre titoli sottovalutati di imprese di qualità. In materia di profitti, le società asiatiche tengono il passo di quelle dei paesi avanzati, mentre le politiche monetarie e fiscali sono più favorevoli in quest’area. In Europa privilegiamo le small-cap rispetto alle grandi imprese, poiché le piccole aziende paiono destinate a profittare in misura maggiore della crescita interna. Inoltre, nel comparto obbligazionario deteniamo una posizione sovrappesata nel segmento dei titoli societari europei high-yield.

SETTORE OBBLIGAZIONARIO
– Al momento, preferiamo correre qualche rischio nel settore obbligazionario, e in particolare nel segmento dei titoli societari high-yield in USA e Europa, che tendono a comportarsi bene in un contesto caratterizzato da crescita moderata e inflazione bassa. In Europa il settore societario dovrebbe trarre vantaggio dalla ripresa ciclica, mentre per quanto riguarda gli USA riteniamo che il tasso d’insolvenza implicito nei prezzi di mercato sia troppo elevato. Inoltre, anche se negli ultimi tempi gli spread si sono ampliati, riteniamo che tale reazione avversa dei mercati a fronte dei recenti andamenti macroeconomici sia eccessiva. Nel comparto dei titoli di Stato, preferiamo mantenere una posizione neutra in termini di duration. È vero che prima o poi i rendimenti obbligazionari dovrebbero cominciare a salire, ma per il momento le politiche monetarie restano estremamente espansive. Infine, abbiamo mantenuto delle posizioni neutre nel settore immobiliare e in quello delle materie prime.

POSIZIONI FLESSIBILI MULTI-ASSET –
La posizione lunga sui titoli societari high-yield USA rispetto ai CDS non è stata modificata. Abbiamo adottato questa posizione ritenendo che il differenziale di spread e il rapporto fra gli spread tra questi due strumenti convergeranno. Deteniamo un sovrappeso nelle obbligazioni societarie del Giappone – che offrono prospettive favorevoli – e una posizione lunga in contratti swap sull’inflazione a 5 anni Usa. Sui mercati valutari, deteniamo una posizione lunga sul peso messicano rispetto ad un paniere composto da sterlina britannica e won sudcoreano (50/50), una posizione lunga sul dollaro USA rispetto al franco svizzero e una posizione corta sull’euro rispetto al dollaro USA. Le posizioni valutarie in genere si basano sui rapporti di cambio e sulle prospettive della politica monetaria. Riteniamo che il peso messicano sia debole rispetto alla sterlina britannica, ma abbiamo aggiunto il won sudcoreano a questa operazione dopo le forti oscillazioni registrate negli ultimi tempi dalle valute dei mercati emergenti. Inoltre, secondo le nostre valutazioni il franco svizzero si attesta su livelli troppo elevati. La posizione short sull’euro rispetto al dollaro USA si basa sulle previsioni di un rialzo dei tassi della Federal Reserve in tempi brevi, mentre la BCE dovrebbe continuare ad acquistare attivi.

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