Bnp Paribas IP: Il barometro di rischio torna favorevole

CLIMA IN MIGLIORAMENTO – “Nel corso della settimana il clima di mercato ha registrato un miglioramento, e il barometro elaborato dai nostri analisti è tornato favorevole alla propensione al rischio – spiega Joost van Leenders, Chief economist del Team Multi Asset Strategy di Bnp Paribas IP - In particolare, negli ultimi tempi le Borse dei paesi emergenti si sono comportate bene, benché alcuni dati inferiori alle attese – come le cifre di settembre relative all’interscambio commerciale della Cina – potrebbero ancora avere un impatto sfavorevole. In effetti, i dati macroeconomici relativi alle aree emergenti hanno fatto registrare solo un lieve miglioramento, tuttavia gli andamenti negativi sono stati in gran parte integrati nelle quotazioni. Abbiamo apportato due modifiche all’allocazione flessibile multiattivo: una riduzione del sovrappeso nel comparto delle obbligazioni societarie high-yield USA rispetto ai CDS e la trasformazione del sovrappeso della valuta messicana rispetto ad un paniere composto da sterlina britannica e won sudcoreano (50/50), in una posizione lunga del peso rispetto solo alla moneta della Corea del Sud”.

UN NUOVO SCENARIO –  ”Le esportazioni della Cina sono andate bene negli ultimi tempi, ma il tasso di crescita su base annua è risultato ancora negativo a settembre. Tale dato, però, maschera i recenti miglioramenti: l’export cinese, infatti, dopo aver registrato un brusco calo agli inizi del 2015, a partire dal mese di maggio è salito del 25% su base annua, ad un ritmo molto più rapido rispetto alla media degli ultimi quattro anni  prosegue van Leenders -. Tuttavia – sempre a settembre – le importazioni sono scese del 20,4% e ristagnano sul livelli depressi, che continuano a evidenziare la debolezza della domanda interna. Inoltre, l’ondata di dati deflativi registrata in Asia non ha contribuito positivamente alla situazione. L’inflazione in Cina è scesa nel mese di settembre, mentre i prezzi alla produzione in Giappone sono precipitati ai minimi dal 2009, malgrado l’indebolimento dello yen. La deflazione dei prezzi alla produzione in Cina e Giappone pare ampiamente riconducibile alla flessione del costo delle materie prime, ma adesso stanno scendendo persino i prezzi dei beni di consumo. Negli ultimi tempi, anche i dati in arrivo dai settori industriali di USA, Germania e Giappone sono risultati inferiori alle previsioni. In Giappone gli ordinativi di macchinari hanno registrato un’inattesa flessione ad agosto, mentre le commesse di macchine utensili sono scese a settembre”.

ATTENZIONE SULLE ECONOMIE AVANZATE – “Sempre a settembre, la componente relativa alle prospettive economiche dell’Economy Watchers’ Survey è lievemente migliorata – dopo il brusco peggioramento dei mesi scorsi – mentre la fiducia dei consumatori si è lievemente indebolita, rimanendo sostanzialmente stabile dall’inizio dell’anno. In Germania – continua van Leenders – a inizio ottobre l’indice ZEW è sceso per il settimo mese consecutivo, a differenza dell’indice Ifo, che invece ha tenuto bene. Il costante calo dello ZEW va ad aggiungersi alla contrazione della produzione industriale, delle esportazioni e degli ordini. Nel mese di agosto, la produzione industriale ha registrato dei rallentamenti Italia, Paesi Bassi e Spagna, mentre le eccezioni positive riguardano la Francia – che però fa segnare un trend modesto – e l’India dove la tendenza è in miglioramento. Negli Stati Uniti un’indagine condotta tra le piccole imprese ha rivelato che questo settore economico orientato al mercato interno sta tenendo bene: l’indice NFIB – che misura la fiducia in questo comparto – è salito a settembre e le piccole società si dichiarano ancora disposte ad assumere personale. In conclusione, la fase di debolezza delle economie emergenti è ormai evidente e vi sono pochi segnali di miglioramento. Pertanto l’attenzione degli investitori potrebbe concentrarsi sulle economie avanzate, dove la frenata dei paesi in via di sviluppo si è fatta sentire, ma a nostro parere, non è in grado di provocare una contrazione prolungata”.

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