Bnp Paribas IP: Un rialzo azionario senza basi solide

POSIZIONI CORE –  “Negli ultimi tempi i mercati azionari di USA, Europa e Giappone hanno registrato dei rialzi, che tuttavia paiono legati esclusivamente a fattori tecnici”, fa notare Colin Graham, responsabile TAA, Multi Asset Solutions di Bnp Paribas IP. “Inoltre – a nostro parere – il calo delle probabilità di un inasprimento dei tassi prima della fine dell’anno non giustifica tali rialzi, in particolare alla luce dei dati economici USA e dei risultati reddituali delle società inferiori alle attese. Le prospettive economiche nell’area dell’euro, in Giappone e nei paesi emergenti non hanno registrato variazioni di rilievo, e dunque i rialzi azionari generalizzati potrebbero essere riconducibili al calo dell’instabilità che ha indotto gli investitori avversi al rischio a tornare sui mercati. Ad ogni modo, al momento preferiamo mantenere una posizione complessivamente neutra nel comparto azionario, mentre in Europa privilegiamo le small-cap rispetto alle grandi imprese, poiché le piccole aziende paiono destinate a profittare in misura maggiore della crescita interna”. Nel segmento dei titoli di Stato, non è stata modificata la posizione neutra in termini di duration, anche se i rendimenti di USA e Germania non hanno mostrato una tendenza chiara negli ultimi tempi. Manteniamo la lieve sovraesposizione verso gli attivi rischiosi attraverso le posizioni sovrappesate nel comparto delle obbligazioni societarie high-yield di USA e Europa, che – visto l’attuale livello dei tassi – offrono un rendimento cedolare positivo. Per gli investitori che non sono in grado di acquistare le obbligazioni ad alto rendimento, le azioni europee potrebbero rappresentare una buona alternativa”.

POSIZIONE NEUTRA SUGLI EMERGENTI – “Al momento, deteniamo una posizione neutra nel debito dei paesi emergenti: di recente gli spread hanno registrato una rapida contrazione, che tuttavia non è stata accompagnata da un miglioramento dei dati macroeconomici, mentre la crescita degli investimenti continua a ristagnare”, precisa Graham. “Inoltre, numerosi paesi emergenti presentano dei tassi d’indebitamento elevati. La percentuale di titoli emergenti riconducibile a investitori esteri è relativamente elevata: ciò fa aumentare il rischio di un’ondata di vendite e – nel caso si verificasse una crisi valutaria – pochi paesi disporrebbero di riserve sufficienti per difendere le proprie monete. Questi fattori negativi potrebbero giustificare una posizione sottopesata, tuttavia abbiamo preso dei profitti su un sottopeso poche settimane fa e non intende ripristinare questa posizione dopo l’ampliamento degli spread. Infine, abbiamo mantenuto delle posizioni neutre nel settore immobiliare e in quello delle materie prime”. 

POSIZIONI FLESSIBILI MULTI-ASSET –  ”Abbiamo liquidato la posizione lunga in contratti swap sull’inflazione a 5 anni USA. Quando avevamo aperto questa posizione – parecchio tempo addietro – ritenevamo che le attese d‘inflazione fossero troppo basse, tuttavia il fatto che fossero ai minimi storici non ha impedito che scendessero ancora: dunque, abbiamo deciso di non attendere oltre e di accettare le perdite maturate”, prosegue Graham. “Deteniamo una posizione lunga sui titoli societari high-yield USA rispetto ai CDS. Abbiamo adottato questa posizione ritenendo che il differenziale di spread e il rapporto fra gli spread tra questi due strumenti convergeranno. Nel segmento valutario è rimasta invariata la posizione lunga sul dollaro USA rispetto al franco svizzero e la posizione corta sull’euro rispetto al dollaro USA. Le posizioni valutarie in genere si basano sull’analisi dei rapporti di cambio e sulle prospettive della politica monetaria; e – a nostro avviso – il franco svizzero si colloca su livelli troppo elevati. La posizione short sull’euro rispetto al dollaro USA si basa sulle previsioni di un rialzo dei tassi della Federal Reserve in tempi brevi, mentre la BCE dovrebbe continuare ad acquistare attivi. Inoltre, abbiamo mantenuto la posizione rialzista sul peso messicano rispetto al won della Corea del Sud. A nostro parere, al momento il peso presenta prospettive migliori: l’economia e la moneta del Messico dovrebbero profittare della crescita economica USA, mentre il won pare esposto alle conseguenze negative della frenata della Cina. Infine, la vulnerabilità del debito pubblico del Messico è più bassa rispetto alla Corea del Sud”. 

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