Banche centrali, Cina e risultati societari sotto i riflettori

MOSSE DI SEGNO OPPOSTO PER FED E BCE – Secondo Stefan Scheurer, vicepresidente Global Capital Markets &Thematic Research di Allianz Global Investors, “nelle prossime settimane tre temi saranno in primo piano sui mercati finanziari”.Il primo riguarda le banche centrali: “Mentre la Fed ha assunto una posizione più concreta e non esclude un primo a rialzo dei tassi entro fine anno, in base alle ultime dichiarazioni la Bce, durante la riunione di dicembre, potrebbe procedere a un¹ulteriore riduzione del tasso sui depositi (già in territorio negativo) e a un ampliamento del programma di acquisto titoli. La Bce e la Bank of Japan (BoJ) hanno validi motivi per mantenere una politica monetaria espansiva o anche procedere a un ulteriore allentamento: tra questi la bassa inflazione, ben inferiore al target del 2% fissato dalle due banche centrali, nonché i timori circa le prospettive di crescita dei mercati emergenti e le potenziali ripercussioni negative sugli altri mercati”, fa sapere Scheurer.

LA CINA PREOCCUPA MENO – Il secondo tema caldo è la Cina. “Nonostante nel terzo trimestre l’economia del Paese del Dragone sia cresciuta del 6,9%, questo rappresenta il risultato peggiore dalla recessione globale di inizio 2009. Il governo ha già fatto presente che nel mercato vi sono aspettative eccessive sugli sviluppi economici del Paese, in particolare con riferimento all’obiettivo di crescita del 7% per il 2015. Di fronte alle continue preoccupazioni in merito all’andamento dell¹economia, le autorità monetarie cinesi hanno adottato tre misure principali: 1) riduzione del tasso di riferimento; 2) diminuzione del tasso d ideposito, ovvero del rendimento ricevuto dagli istituti di credito che depositano denaro presso la banca centrale; 3) taglio del coefficiente minimo di riserva obbligatoria, fissato dalla banca centrale come percentuale dei depositi bancari. Tali interventi, insieme a quelli già attuati in ambito monetario e per stimolare gli investimenti, sembrano attenuare le preoccupazioni per un ‘hard landing’ vero e proprio”, nota il gestore.

AZIONI PIU’ INTERESSANTI – Infine, occhi puntati sulla pubblicazione dei risultati societari: per Scheurer “la ‘reporting season’ del terzo trimestre 2015 conferma che gli utili delle grandi società non sono più così ‘abbondanti’ come in passato. La maggior parte delle aziende ha comunque battuto le stime (che ultimamente erano state riviste al ribasso); ciò tuttavia è riconducibile soprattutto alla diminuzione dei costi piuttosto che all’aumento del fatturato. Le ragioni di tale tendenza  – nota il gestore – sono da ricercare nel rafforzamento del dollaro, nella debolezza della domanda globale e nella flessione dei prezzi delle commodity. In ogni caso, dopo qualche incertezza iniziale, eventuali sorprese positive sul fronte dei risultati aziendali potrebbero dare nuovo impulso al mercato. Le valutazioni, soprattutto per i titoli europei, appaiono tuttora contenute e si intravede l’inizio di una ripresa del ciclo degli utili (con un recupero rispetto agli Usa). La prospettiva di ulteriore allentamento monetario da parte di Bce e BoJ potrebbe convincere la Fed a rinviare ulteriormente il primo intervento di rialzo dei tassi dal 2006. In un contesto caratterizzato da tassi di interesse ancora bassi, una probabile stabilizzazione dell¹economia cinese e stimoli positivi dal fronte societario, le azioni si confermano più interessanti rispetto alle obbligazioni. Potremmo assumere qualche rischio in più”, conclude Scheurer.

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