Generali Investments cambia per conquistare i clienti terzi

LE DIRETTRiCI DEL CAMBIAMENTO – Grandi cambiamenti in casa di Generali Investments, la principale società di asset management guidata dal ceo Santo Borsellino (). Che punta su un nuovo posizionamento strategico, fondato sull’esperienza nella gestione di attivi assicurativi per puntare ai clienti terzi. E poi nuovi team, govenance, gamma, mercati target e brand. Tanti cambiamenti per il primo asset manager nazionale (tra i primi dieci europei con 375 miliardi di attivi gestiti) che dovranno tradursi in maggiori ricavi per contribuire agli obiettivi ambiziosi di crescita del gruppo guidato da Mario Greco. “Noi siamo molto efficienti e vogliamo continuare ad esserlo per incrementare il business, generando cassa”, ha spiegato il ceo Borsellino nell’incontro con la stampa svolto presso la sede milanese della società. E in questa direzione va proprio il crescente interesse verso i clienti terzi.

 
NUOVO TEAM E GOVERNANCE– In linea con il suo posizionamento strategico, Generali Investments si pone l’obiettivo di incrementare di circa il 50% (8,5 miliardi di euro. N.d.g.) le masse in gestione per conto di clienti terzi, ovvero non appartenenti al gruppo Generali, attualmente pari a circa 17 miliardi di euro. A tal fine é stata creata la nuova struttura Third-Party Investments (guidata da Antoinette Valraud) e sono stati potenziati tutti i team con l’ingresso di nuove risorse, a partire dai nuovi capi. Negli ultimi 20 mesi, la società del gruppo del leone alato ha nominato, tra gli altri,  i nuovi responsabili degli investimenti (Anna Khazen), del fixed income (Eric Domergue), sales & marketing (Andrea Favaloro), del sales per l’Italia (Paolo Casadonte). A ciò si aggiunge che la governance dei processi di investimento è stata ridisegnata  al fine di garantire  una più stretta integrazione  del controllo dei rischi nelle decisioni di gestione
 
PUNTARE SUI CLIENTI TERZI – Gli attivi per I clienti terzi ammontano oggi a 7,1 miliardi di euro e sono generati per il 68% da clienti istituzionali, per il 19% dal comparto wholesale e per il 13% dal retail. L’obiettivo é crescere su tutti i segmenti e cioè: fondi pensioni e casse di previdenza (assecondando il passaggio dalle attuali gestioni bilanciate e obbligazionarie a benchmark in direzione di un approccio assolute return, necessario per assicurare il tasso di sostituzione necessario si percettori di pensione), ma anche fund buyers e distributori. Questi ultimi con alcune eccezioni: il mercato delle grandi reti di promotori (con l’eccezione di Banca Generali con cui i rapporti continueranno a essere strettissimi) perché maturo ed eccessivamente presidiato dai concorrenti puntando alla costruzione di soluzioni studiate per banche o gruppi di banche medio-piccole secondo una logica white label. 
 
GAMMA INEDITA – E a proposito di soluzioni d’investimento studiate per i clienti esterni al gruppo, Generali Investments negli ultimi due anni ha ridisegnato la gamma con il lancio prima del GIS European Recovery Equity per beneficiare della ripresa economic in Sud Europa, e poi il GIS Return Convertible Bonds e il GIS Sri Ageing Population. A queste si aggiungono le gestioni di prodotti white label che gli istituti finanziari possono includere nella loro gamma di fondi. 
 
INTERNAZIONALIZZAZIONE – Crescita sui clienti terzi ma su un campo di gioco molto più ampio. Generali Investments ha recentemente ottenuto da Banca d’Italia l’autorizzazione ad operare in libera prestazione di servizi in altri quattro importanti mercati europei: Regno Unito, Svezia, Danimarca. Nuove aree geografiche che consentiranno a Generali Investments di rivolgersi a mercati con una alta concentrazione di attivi istituzionali e sistemi pensionistici complementari avanzati. Infine, per completare il quadro dei cambiamenti la società ha recentemente presentato i nuovi brand, logo e tagline.

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