USO MINORE DELLE OBBLIGAZIONI – C’è poi l’uso minore di obbligazioni: gli istituzionali a livello globale, in media, hanno il 28% dei loro portafogli allocato in reddito fisso. Il prossimo anno, il 42% degli investitori istituzionali crede di diminuire il peso del reddito fisso, la maggiore diminuzione tra tutte le asset class. Solo il 16% prevede di aumentare il peso verso il fixed income. Per quanto riguarda le fonti principali di volatilità sui mercati, più della metà degli istituzionali (54%) prevede che le politiche globali saranno la causa principale della volatilità di mercato nel 2016. Secondo gli investitori intervistati i mercati saranno, inoltre, soggetti al rischio di ondate di volatilità in Cina (49%), alle differenti politiche monetarie internazionali (47%) e al cambiamento dei tassi di interesse (46%). Gli investitori istituzionali affermano che la volatilità di mercato è il più grande rischio per la loro performance di investimento del prossimo anno, seguita da una crescita economica lenta e dai timori sulle politiche monetarie.
IL PESO DELLA VOLATILITA’ – “Le politiche delle banche centrali, la volatilità di mercato e altri eventi esterni hanno una grande influenza sugli investitori istituzionali”, commenta John Hailer, head of global distribution e chief executive officer di Natixis Global Asset Management per le Americhe e l’Asia. “Gli investitori sono alla ricerca di reddito e performance in questo scenario. Stiamo vedendo un aumento della domanda di strategie innovative che hanno come target specifiche esigenze attraverso portafogli più complessi e diversificati”. Antonio Bottillo, executive managing director per l’Italia di Natixis Global Asset Management, aggiunge: “Lo studio sottolinea come gli investitori istituzionali a livello globale stiano non solo guardando con sempre maggiore interesse alle strategie non correlate e alternative, ma molti di essi prevedono di modificare nel 2016 il loro portafoglio verso queste asset class. Gli investimenti non tradizionali e tecniche di gestione alternative e non correlate possono, infatti, aiutare a diversificare le fonti di rendimento e a controllare meglio i rischi del portafoglio”.
GESTIONE ATTIVA E PASSIVA – I risultati del sondaggio evidenziano un approccio ibrido tra gestione attiva e passiva. Lo studio rivela che gli istituzionali utilizzano gli investimenti gestiti attivamente per generare alfa e per l’esposizione verso asset non correlati, mentre fanno uso di investimenti gestiti passivamente soprattutto per le azioni e per ridurre al minimo le spese di gestione. In particolare, i due terzi degli investitori (67%) ritengono che nel 2016 i fattori economici mondiali e la maggiore volatilità di mercato favoriranno la gestione attiva rispetto agli investimenti passivi. Molti paesi, tra cui gli Stati Uniti, sono sul punto di aumentare i tassi. Altri li stanno tenendo costanti o li hanno recentemente tagliati. La divergenza tra le varie politiche è preoccupante per molti istituzionali e potrebbe contribuire alla volatilità del prossimo anno. Se la Federal Reserve e altre banche centrali decideranno di alzare i tassi dai loro minimi storici, gli investitori istituzionali sono pronti a fare diverse modifiche ai loro portafogli. La maggioranza (65%) si muoverà da obbligazioni con duration più lunga a quelle con duration più corta. Altre modifiche prevedono la riduzione dell’esposizione complessiva alle obbligazioni (49%), con l’aumento del peso degli investimenti alternativi (47%) e l’utilizzo di strategie a rendimento assoluto (47%).