A Pimco piace il Btp decennale

BANCHE SUGLI SCUDI (MA NON LE ITALIANE) – Il consolidamento del settore bancario in Europa è un’opportunità di investimento interessante sul fronte del credito agli occhi di Pimco, il gigante degli investimenti obbligazionari che conta su masse in gestione, a livello globale, pari a 1,4 trilioni di dollari, di cui 1,3 in fixed income e 50 miliardi in equity. Nel dettaglio, il segno più va alle banche britanniche e a quelle svizzere, “dove il capitale è quasi raddoppiato e il modello di business si è stabilizzato. Lo stesso dicasi per quelle Usa”, mentre quelle italiane “a livello di capitalizzazione sono meno trasparenti e meno profittevoli, anche in vista del processo di una nuova regolamentazione”, ha commentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Milano Mark Kiesel, a capo degli investimenti per il credito globale di Pimco. L’esperto ha precisato: “in Italia non abbiamo visto le ricapitalizzazioni che abbiamo visto in altri paesi e la redditività è più bassa anche se è vero che gli istituti di credito italiani sono tra i maggiori beneficiari dei nuovi Tltro”, riferendosi alle quattro nuove operazioni di rifinanziamento a condizioni ulteriormente agevolate destinate a far ripartire il credito all’economia reale.

GRADIMENTO PER I NOSTRI TITOLI DI STATO – In un portafoglio in euro, la casa di gestione continua a mantenere un’esposizione elevata ai titoli di Stato italiani, sovrappesandoli nei fondi a benchmark rispetto alla concorrenza e in particolare ai bond dei paesi più virtuosi come i Bund. A livello di scadenze il contratto preferito rimane il Btp decennale. C’è da dire che “l’Italia non è più attraente come qualche anno fa. La preferisco comunque alla Spagna dove oggi c’è un rischio politico maggiore”, ha continuato Andrew Balls, responsabile degli investimenti per il fixed income, sottolineando che “è ragionevole aspettarsi che la Bce possa aumentare gli acquisti di Btp e di governativi periferici in generale”. Ma fuori dai portafogli in euro, “pensiamo ci siano opportunità più interessanti rispetto ai Btp italiani, come il debito senior delle banche Usa”, ha aggiunto.

IN EUROPA IL PREFERITO E’ IL SEGMENTO INVESTMENT GRADE – Sul mercato del credito dell’Eurozona, dove le emissioni sono destinate ad aumentare dopo che la Bce ha allargato il quantitative easing al debito societario investment grade, Pimco, accanto al debito delle banche britanniche e svizzere, guarda con favore a business non ciclici come quello dei cavi, della telefonia e del settore auto che oggi è meno maturo di quello Usa. “Negli Usa anche il segmento high yield è interessante e pensiamo che il tasso di default sarà più basso di quello che si aspetta il mercato ma occorre essere molto selettivi in generale. Mentre siamo decisamente più cauti sui mercati emergenti”, ha aggiunto Kiesel. E ha precisato: “il dollaro continuerà ad apprezzarsi ma con calma e siamo piuttosto neutrali sul cambio euro/dollaro”. In generale, ha concluso Balls: “ci aspettiamo che la volatilità continui, c’è paura della deflazione e i posizionamenti di portafoglio sono molto affollati. I maggiori rischi oggi vengono dal deprezzamento della valuta cinese, dall’incertezza sul prezzo delle commodity, dalle banche centrali, di cui il mercato sta cominciando a prezzare i limiti di azione, la geopolitica e il ciclo di elezioni tra Usa, Europa, Brasile. Oltre allo spettro della Brexit alimentato dalla crescita dei populismi, alla luce delle vicende legate a un processo migratorio non gestito”.

I NUMERI IN ITALIA – Si parla di 35 miliardi di euro masse in gestione così divise: il 70% in mano a investitori individuali (tra clienti wealth e retail), il 20% in capo alle assicurazioni e il 10% ai fondi pensione.

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