Bny Mellon Global Real Return Fund si prepara a nuovi ribassi dei mercati

NON ECCEDERE NELL’ENTUSIASMO – Attenzione a non farsi prendere dall’entusiasmo, perché i mercati azionari sono tuttora in una fase “orso” strutturale. Lo sostiene Suzanne Hutchins, gestore del Bny Mellon Global Real Return Fund secondo cui le valutazioni dei titoli sono in alcuni casi estremamente elevate e sebbene in questa fase i gestori attivi possano “navigare con successo questo scenario”,  sarà interessante vedere cosa accadrà alle aziende meno solide se l’inflazione dei salari e i tassi d’interesse dovessero aumentare, esercitando pressioni sui margini di profitto.

TASSI A ZERO NON POSSONO DURARE PER SEMPRE – Ancora una volta l’importanza dei dati fondamentali sarà fondamentale secondo la Hutchins, visto che le politiche monetarie, che determinano l’ottimismo degli investitori, “non potranno mantenere i mercati ai massimi per un periodo di tempo indefinito”. Quanto alla strategia seguita per Bny Mellon Global Real Return Fund, da quando la Federal Reserve ha iniziato a rialzare i tassi, a dicembre 2015, il gestore ha incrementato la posizione sulla duration obbligazionaria, sensibile ai tassi d’interesse, proteggendo i bond a più lunga scadenza con opzioni in caso di volatilità. Al momento il 31% del portafoglio è investito in titoli governativi Usa e dell’Australasia, coi trentennali coperti tramite opzioni.

RISCHIO NUOVI RIBASSI REALE – “Crediamo che i rischi di nuovi ribassi dei mercati siano reali, a causa dei dati fondamentali poco favorevoli” e per questo “peferiamo attendere che questi ultimi migliorino, prima di tornare a incrementare le posizioni di portafoglio più esposte al rischio, che a fine aprile erano a livelli vicini a quelli del 2008, i più bassi degli ultimi 12 anni per la nostra strategia real return”. Tra le opportunità il gestore segnala “alcune aziende farmaceutiche, penalizzate ingiustamente dagli investitori a causa dei timori sull’Obama Care e sulle elezioni presidenziali Usa”, ma anche “opportunità interessanti in Gran Bretagna, dove molti titoli si sono indeboliti per via dei timori circa l’esito del referendum” del prossimo 23 giugno.

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