Consultinvest: i pro e i contro di un approccio “contrarian”

APPROCCIO TATTICO – “A febbraio scorso, nelle giornate di maggiore turbolenza sui mercati il nostro approccio tattico è stato improntato ad accumulare sull’equity, in particolare su quei settori più venduti dal mercato come: bancari, finanziari, energetici e aziende attive nel mondo delle materie prime”, fa sapere una nota di Consultinvest, società guidata da Maurizio Vitolo. “Questo approccio ‘contrarian’ rispetto al consensus di mercato ci ha penalizzato nei primi due mesi dell’anno ma ha consentito, tuttavia, di incrementare il beta di portafoglio dei nostri fondi in modo da avere maggiori benefici nella fase rialzista che ne è scaturita. A livello generale, riteniamo che le insidie e pericoli che si celano nel segmento bond investment grade, sovereign e governativi paesi sviluppati siano superiori a quelli dell’equity. L’enorme liquidità immessa sul mercato dalle banche centrali negli ultimi anni ha spinto i tassi in negativo anche su scadenza medio/lunghe, pertanto non riteniamo razionale allocare risorse su asset class con rendimenti nulli o addirittura negativi, accollandosi anche l’ulteriore rischio tasso”.

SOVRAPPESO SU BANCARI, FINANZIARI ED ENERGETICI – “Sul segmento equity preferiamo continuare a sovrappesare tutto quel mondo che ha decisamente sottoperformato negli ultimi anni come bancari, finanziari ed energetici spinti giù dal crollo del petrolio. La moral suasion delle autorità monetarie è chiara: non vi è alcun rischio di collasso per il settore bancario in quanto tutte le armi, anche quelle non convenzionali come l’acquisto indiretto dell’equity (si veda la Banca del Giappone), verrebbero utilizzate pur di evitare un rischio sistemico. Non condividiamo l’approccio tradizionale a misurare i valore del mercato equity sulla base dei P/E storici, in quanto oggi ci troviamo dinanzi a tassi nulli e negativi, per cui ogni analisi comparativa con il passato si basa su ipotesi profondamente diverse; inoltre se osserviamo il dividend/yield , soprattutto europeo, risulta palese che la remunerazione per l’investitore da utili distribuiti dalle aziende è certamente più interessante di quello derivante dai bond, a parità di emittente. Siamo consapevoli che gli indici azionari sono incapsulati in un trading range molto ampio: a forti rialzi possono far seguito altrettanti violenti e veloci ribassi. Il nostro approccio gestionale in questo momento è orientato a dare importanza sostanziale anche alla componente tattica oltre che a quella strategica basata su view di lungo periodo. In sintesi, preferiamo accumulare nelle fasi di ribasso su quei settori più penalizzati dal mercato ma che presentano un beta più elevato nelle fasi di recupero del mercato; siamo corti di tasso fisso sul lungo termine e lunghi di inflation linked bond per l’investment grade unitamente al mondo high yield corporate e emerging markets bond. Il tutto, però, con portafogli notevolmente diversificati sia per emittenti che per valute. Tutto questo ci consente di trarre beneficio dalle decorrelazioni e ridurre notevolmente sia rischio specifico che il rischio rialzo dei tassi”, conclude la nota di Consultinvest.

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