Barometro Natixis Global Asset Management: gli italiani hanno voltato le spalle ai Btp

Niente più Btp nel portafoglio, una forte esposizione sull’equity e una crescente preferenza per le strategie alternative. Si compongono così i portafogli di investimento di molti nostri connazionali, che sembrano aver abbandonato il loro tradizionale amore per i titoli di stato e, più in generale, per gli strumenti a reddito fisso. A dirlo è l’ultima edizione del Barometro dei Portafogli Italiani prestata oggi a Milano da Portfolio Research and Consulting Group (PRCG) di Natixis Global Asset Management.

L’indagine, giunta quest’anno alla sua terza edizione, ha preso in esame 53 portafogli modello “moderati” forniti da consulenti finanziari italiani e private banker tra il 1° luglio 2016 e il 30 giugno 2017. La conclusione a cui sono giunti gli esperti di Natixis Global Asset Management è che gli investitori della Penisola si stanno spostando dai più tradizionali bond governativi verso altri strumenti obbligazionari e soprattutto verso strategie alternative. “I Buoni del Tesoro che erano uno strumento molto comune all’interno dei portafogli, sono invece pressoché scomparsi”, dice Alessandro Marolda, senior consultant PRCG, che delinea uno scenario molto complesso per quel che riguarda l’asset allocation preferita dai nostri connazionali.

“Riscontriamo una dicotomia tra il sentiment dei risparmiatori e il loro posizionamento di portafoglio”, dice ancora Marolda, mettendo in evidenza una sorta di contraddizione. il sentiment degli investitori e dei loro consulenti verso i bond tradizionali e le azioni sembra infatti essere negativo (visto che i mercati sono reduci da una lunga fase di rialzi). Tuttavia non vi sono necessariamente evidenze di questo sentiment nelle scelte di asset allocation, visto che oltre il 60% del rischio di portafoglio deriva direttamente o indirettamente dall’azionario (attraverso l’investimento diretto nell’equity o attraverso i fondi multi-asset). A determinare questo trend ha ovviamente contribuito la politica dei tassi a zero attuata dalle banche centrali, che ha fatto colare a picco i rendimenti dei bond.

Dunque, c’è il rischio che molti portafogli non siano sufficientemente diversificati per affrontare una eventuale fase di correzione dei mercati (se si dovesse verificare inaspettatamente). “E’ innegabile che, nello scenario attuale pieno di punti interrogativi, la costruzione dell’asset allocation è veramente un compito difficile per i consulenti finanziari”, aggiunge Marolda. Dello stesso parere è anche Antonio Bottillo, managing director Italia di Natixis Global Asset Management, che sottolinea la straordinarietà di questa fase storica attraversata dai mercati finanziari . “Tradizionalmente”, dice Bottillo, “siamo sempre stati abituati a vedere il settore azionario e quello obbligazionario come due asset class decorrelate, che hanno sempre avuto andamenti divergenti. Quando le borse erano in calo, infatti, il comparto del reddito fisso ha infatti sempre rappresentato un cuscinetto per ammorbidire le perdite”. Oggi, dopo le manovre delle banche centrali, ci troviamo invece in un momento eccezionale, con le borse ai massimi, accompagnate però anche da un livello elevato per i prezzi dei bond e da rendimenti bassi determinati dal calo dei tassi d’interesse.

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